Parla con la Vergine Maria

Parla con la Vergine Maria
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sabato 30 giugno 2012

PREGHIERA DEL CALCIATORE

Gioco per te Signore,

per esaltare sul campo

la grandezza

della creazione dell’uomo,

la  sana competizione sportiva

nel rispetto dell’avversario,

degli spettatori e dei tifosi.

Gioco per te, Signore

per affermare nel mondo

i valori dello sport

che ci rendono fratelli

 e superano le barriere

della guerra e del razzismo.

Gioco per te, Signore,

perché il clamore dei goal

si trasformi in grida d’amicizia

e la squadra avversaria

diventi ultrà nella fede.

Gioco per te Signore

nella lealtà, nel silenzio,

nella sincerità

e già pregusto , con il tuo aiuto

la gioia di una vittoria

cristiana, schietta e genuina.
”Signore Dio, fonte di ogni bene, accompagna la nostra squadra nazionale e i tifosi. Aiutala a raggiungere i più alti risultati sportivi e salvala dagli incidenti. Fai sì che attraverso il loro comportamento esprimano la fierezza per la loro amatissima Patria. Fa che non ci siano incidenti e risse tra gli hooligans, guida gli arbitri nella loro direzione di gara verso la verità e la giustizia. Fa che questa finale sia giocata e vissuta col solo obbiettivo di essere uniti; perché solo l’unione fa la forza, quella forza che solo tu sei capace di darci. Amen”.
Madonna Miracolosa

Oh! Signore, fa' di me...


Oh! Signore, fa' di me uno strumento della tua pace: 

Dove è odio, fa' ch'io porti l'amore

Dove è offesa, ch'io porti il perdono

Dove è discordia, ch'io porti l'unione

Dove è dubbio, ch'io porti la fede

Dove è errore, ch'io porti la verità

Dove è disperazione, ch'io porti la speranza

Dove è tristezza, ch'io porti la gioia

Dove sono le tenebre, ch'io porti la luce.

Oh! Maestro, fa' che io non cerchi tanto:

Ad esser consolato, quanto a consolare

Ad esser compreso, quanto a comprendere

Ad esser amato, quanto ad amare

Poiché Si è: Dando, che si riceve,

Perdonando, che si è perdonati.

Morendo, che si risuscita a Vita Eterna.

venerdì 29 giugno 2012

PREGHIERA PRIMA DI UN INCONTRO

O Signore, manda a noi il tuo Spirito
perché illumini le nostre menti
e le renda disponibili alla verità.
Così sapremo ascoltare gli altri
con attenzione, simpatia, fiducia e umiltà,
e rispondere con rispetto, con calma e sincerità.
Ti preghiamo, fa che la divergenza di opinioni
non intacchi la stima e l'amore vicendevoli. Amen

IL DIGIUNO

Il digiuno nella vita della Chiesa
Perché il digiuno?
A questa domanda bisogna dare una risposta più ampia e profonda, perché diventi chiaro il rapporto tra il digiuno e la "metanoia", cioè quella trasformazione spirituale, che avvicina l'uomo a Dio. Cercheremo quindi di concentrarci non soltanto sulla pratica dell'astensione dal cibo o dalle bevande - ciò infatti significa "il digiuno" nel senso comune - ma sul significato più profondo di questa pratica che, del resto, può e deve alle volte essere "sostituita" da qualche altra. Il cibo e le bevande sono indispensabili all'uomo per vivere, egli se ne serve e deve servirsene, tuttavia non gli è lecito abusarne sotto qualsiasi forma. La tradizionale astensione dal cibo e dalle bevande ha come fine di introdurre nell'esistenza dell'uomo non soltanto l'equilibrio necessario, ma anche il distacco da quello che si potrebbe definire "atteggiamento consumistico". Tale atteggiamento è divenuto nei nostri tempi una delle caratteristiche della civiltà e in particolare della civiltà occidentale. L'atteggiamento consumistico! L'uomo orientato verso i beni materiali, molteplici beni materiali, molto spesso ne abusa. Non si tratta qui unicamente del cibo e delle bevande. Quando l'uomo è orientato esclusivamente verso il possesso e l'uso di beni materiali, cioè delle cose, allora anche tutta la civiltà viene misurata secondo la quantità e la qualità delle cose che è in grado di fornire all'uomo, e non si misura con il metro adeguato all'uomo. Questa civilizzazione infatti fornisce i beni materiali non soltanto perché servano all'uomo a svolgere le attività creative e utili, ma sempre di più... per soddisfare i sensi, l'eccitazione che ne deriva, il piacere momentaneo, una sempre maggiore molteplicità di sensazioni.
Alle volte si sente dire che l'incremento eccessivo dei mezzi audio-visivi nei paesi ricchi non sempre giova allo sviluppo dell'intelligenza, particolarmente nei bambini; al contrario, talvolta contribuisce a frenarne lo sviluppo. Il bambino vive solo di sensazioni, cerca delle sensazioni sempre nuove... E diventa così, senza rendersene conto, schiavo di questa passione odierna. Saziandosi di sensazioni, rimane spesso intellettualmente passivo; l'intelletto non si apre alla ricerca della verità; la volontà resta vincolata dall'abitudine, alla quale non sa opporsi.
Da ciò risulta che l'uomo contemporaneo deve digiunare, cioè astenersi non soltanto dal cibo o dalle bevande, ma da molti altri mezzi di consumo, di stimolazione, di soddisfazione dei sensi. Digiunare significa astenersi, rinunciare a qualcosa.
Perché rinunciare a qualcosa? Perché privarsene?
Abbiamo già in parte risposto a questo quesito. Tuttavia la risposta non sarà completa, se non ci rendiamo conto che l'uomo è se stesso anche perché riesce a privarsi di qualcosa, perché è capace di dire a se stesso: "no". L'uomo è un essere composto di corpo e di anima. Alcuni scrittori contemporanei presentano questa struttura composta dell'uomo sotto la forma di strati e parlano, ad esempio, di strati esteriori in superficie della nostra personalità, contrapponendoli agli strati in profondità. La nostra vita sembra esser divisa in tali strati e si svolge attraverso di essi. Mentre gli strati superficiali sono legati alla nostra sensualità, gli strati profondi sono espressione invece della spiritualità dell'uomo, cioè: della volontà cosciente, della riflessione, della coscienza, della capacità di vivere i valori superiori.
Questa immagine della struttura della personalità umana può servire a comprendere il significato del digiuno per l'uomo. Non si tratta qui solamente del significato religioso, ma di un significato che si esprime attraverso la cosiddetta "organizzazione" dell'uomo come soggetto-persona. L'uomo si sviluppa regolarmente, quando gli strati più profondi della sua personalità trovano una sufficiente espressione, quando l'ambito dei suoi interessi e delle sue aspirazioni non si limita soltanto agli strati esteriori e superficiali, connessi con la sensualità umana. Per agevolare un tale sviluppo, dobbiamo alle volte consapevolmente distaccarci da ciò che serve a soddisfare la sensualità, vale a dire, da quegli strati esteriori superficiali. Quindi dobbiamo rinunciare a tutto ciò che li "alimenta".
Ecco, in breve, l'interpretazione del digiuno al giorno d'oggi.

La rinuncia alle sensazioni, agli stimoli, ai piaceri e anche al cibo o alle bevande, non è fine a se stessa. Essa deve soltanto, per così dire, spianare la strada per contenuti più profondi, di cui "si alimenta" l'uomo interiore. Tale rinuncia, tale mortificazione deve servire a creare nell'uomo le condizioni per poter vivere i valori superiori, di cui egli è, a suo modo, "affamato".
Ecco, il "pieno" significato del digiuno nel linguaggio di oggi. Tuttavia, quando leggiamo gli autori cristiani dell'antichità o i Padri della Chiesa, troviamo in loro la stessa verità, spesso espressa con linguaggio così "attuale" che ci sorprende. Dice, per esempio, san Pietro Crisologo: "Il digiuno è pace del corpo, forza delle menti, vigore delle anime" ("Sermo" VII: "De Jejunio", 3), e ancora: "Il digiuno è il timone della vita umana e regge l'intera nave del nostro corpo".
E sant'Ambrogio risponde così alle eventuali obiezioni contro il digiuno: "La carne, per la sua condizione mortale, ha alcune sue concupiscenze proprie: nei loro confronti ti è stato concesso il diritto di freno. La tua carne è sotto di te: non seguire le sollecitazioni della carne fino alle cose illecite, ma frenale alquanto anche per quanto riguarda quelle lecite. Infatti, chi non si astiene da nessuna delle cose lecite, è prossimo pure a quelle illecite" (S. Ambrogio, "Sermo de utilitate jejunii", III. V. VII). Anche scrittori non appartenenti al cristianesimo dichiarano la stessa verità. Questa verità è di portata universale. Fa parte della saggezza universale della vita.

E' ora certamente più facile per noi comprendere il perché Cristo Signore e la Chiesa uniscano il richiamo al digiuno con la penitenza, cioè con la conversione. Per convertirci a Dio, è necessario scoprire in noi stessi quello che ci rende sensibili a quanto appartiene a Dio, dunque: i contenuti spirituali, i valori superiori, che parlano al nostro intelletto, alla nostra coscienza, al nostro "cuore" (secondo il linguaggio biblico). Per aprirsi a questi contenuti spirituali, a questi valori, bisogna distaccarsi da quanto serve soltanto al consumismo, alla soddisfazione dei sensi. Nell'apertura della nostra personalità umana a Dio, il digiuno - inteso sia nel modo "tradizionale" che "attuale" - deve andare di pari passo con la preghiera perché essa ci dirige direttamente verso lui.
D'altronde il digiuno, cioè la mortificazione dei sensi, il dominio del corpo, conferiscono alla preghiera una maggiore efficacia, che l'uomo scopre in se stesso. Scopre infatti che è "diverso", che è più "padrone di se stesso", che è divenuto interiormente libero. E se ne rende conto in quanto la conversione e l'incontro con Dio, attraverso la preghiera, fruttificano in lui.
TUTTI I MESSAGGI DELLA MADONNA IN RIFERIMENTO AL DIGIUNO
-Messaggio del 25 ottobre 1983 (Messaggio dato al gruppo di preghiera):Con il digiuno e la preghiera potrete ottenere tutto ciò che chiedete.
- Messaggio del 4 settembre 1986: Cari figli, vi invito oggi alla preghiera e al digiuno. Sapete, cari figli, che col vostro aiuto io posso fare tutto e costringere satana a non indurvi al male e ad allontanarsi da questo luogo. Satana, cari figli, sta in agguato contro ognuno di voi, soprattutto desidera disturbare tutti nelle cose quotidiane. Perciò vi invito, cari figli, a far sì che la vostra giornata sia solo preghiera e abbandono totale a Dio. Grazie per aver risposto alla mia chiamata!
- Messaggio del 14 agosto 1984:Questa apparizione avvenne inaspettatamente, alla vigilia dell'Assunta. Ivan stava pregando in casa. Poi cominciò a prepararsi per venire in chiesa, alla liturgia serale. Improvvisamente gli apparve la Madonna e gli disse di trasmettere alla gente questo Messaggio: "Vorrei che la gente in questi giorni pregasse con me. E che preghi il più possibile! Che inoltre digiuni il mercoledì e il venerdì; che ogni giorno reciti almeno il Rosario: i misteri gaudiosi dolorosi e gloriosi".
- Messaggio del 25 gennaio 2001:Cari figli, oggi vi invito a rinnovare la preghiera e il digiuno con ancora più entusiasmo, affinché la preghiera diventi gioia per voi. Figlioli, chi prega non ha paura del futuro e chi digiuna non ha paura del male. Vi ripeto ancora una volta: solo con la preghiera e il digiuno anche le guerre si possono fermare, le guerre della vostra incredulità e della paura per il futuro. Sono con voi e vi insegno figlioli: in Dio è la vostra pace e la vostra speranza. Per questo avvicinatevi a Dio e mettetelo al primo posto nella vostra vita. Grazie per aver risposto alla mia chiamata.

giovedì 28 giugno 2012

Bellissimo brano "COME TU MI VUOI"

Questo famosissimo brano, vuole essere una forma di ringraziamento a Gesù.

Testo Della Canzone
Eccomi Signor, vengo a te mio re, che si compia in me la tua volontà.
Eccomi Signor, vengo a te mio Dio, plasma il cuore mio e di te vivrò.
Se tu lo vuoi Signore manda me e il tuo nome annuncerò.
Come tu mi vuoi io sarò, dove Tu mi vuoi io andrò.
Questa vita io voglio donarla a Te per dar gloria al Tuo nome mio re.
Come tu mi vuoi io sarò, dove Tu mi vuoi io andrò.
Se mi guida il tuo amore paura non ho,
per sempre io sarò come Tu mi vuoi.

Eccomi Signor, vengo a Te mio Re, che si compia in me la tua volontà.
Eccomi Signor, vengo a te mio Dio, plasma il cuore mio e di te vivrò
Tra le tue mani mai più vacillerò e strumento tuo sarò.
COME TU MI VUOI - KARAOKE

La Sindone


La Sindone (chiamata Sacra Sindone dai Cristiani) è un lenzuolo di lino lungo 4.36 metri e largo 1.10 metri; il lino è tessuto a "spina di pesce" un tipo di tessitura di duemila anni fa e presenta l'orma del corpo di un uomo, unto di mirra ed insanguinato. La storia della sindone si perde nei secoli, ed ha come protagonisti numerosi uomini di ogni età ed estrazione sociale ed incomincia con la legenda di re Abghar il quale, gravemente malato, manda a chiamare questo "guaritore" chiamato da tutti Gesù, ma il re non riceverà mai la visita del Nazareno, il quale però provvederà ad inviargli una sua icona "Acheropita" ovvero "non fatta da mani d'uomo". Nel 544 è  documentata la presenza a Edessa di un telo raffigurante il volto di Gesù che molti storici identificano come "Mandylion la Sindone Piegata" cioè ripiegata in modo da non mostrare il corpo seminudo e martirizzato del condannato. Ma nel 944 Edessa viene saccheggiata delle truppe bizantine ed il sudario viene portato in salvo a Costantinopoli dove rimarrà fino al 1204, anno in cui un nuovo saccheggio farà perdere le tracce di questa preziosa reliquia per quasi due secoli. A questo punto la storia della Sindone entra nel mondo dei "sembra che" o dei "si dice". Secondo le ricerche fatte in archivi di tutto il mondo la Sindone fu nascosta, nei secoli bui, dagli imperatori Svevi. Anche accettando il fatto che la Sindone fosse in possesso degli Svevi, non è sicuro il luogo dove venne custodita per circa un secolo: c'è chi dice presso il Monastero Benedettino di Lorche, costruito da Federico I di Buren, a circa dieci chilometri dal Castello Hohenstaufen, con tutte le reliquie del Tempio di Gerusalemme e c'è chi sostiene che la reliquia sia stata custodita sempre dallo stesso Federico nel castello di Roseto Capo Spulico (CS) nel periodo tra il 1204 anno della scomparsa del lenzuolo fino al 1353. La Sindone ricomparirà a Lirey in Francia nel 1353 nelle mani di Goffredo di Charny, ma sul come sia arrivata in Francia e da dove, rappresenta in'altra storia nella storia, che ha appassionato ed appassiona, gli storici, anche perché, a questo punto, appare un'altra pista che porta da Costantinopoli all'Inghilterra attraverso i Templari, Per il venerato lenzuolo venne conservato in una cappella, costruita non senza difficoltà causate dalle autorità ecclesiastiche che alla fine, prudentemente, acconsentirono la venerazione della "riproduzione" della Sindone di N.S. Gesù Cristo. Morto Goffredo la figlia Margherita nel 1453 decise di donare la Sindone a Savoia, alla moglie di Ludovico, Anna di Lusignano, la sindone verrà poi sistemata nella Sainte Chapelle di Chambery . Nel 1506 il Papa Giulio II concede il culto liturgico e pubblico della Santa Sindone, ma nella notte tra il quattro e il cinque dicembre dell'anno 1532  un incendio che distruggerà la cappella e raggiungerà la teca d'argento che conteneva il telo piegato in 48 parti, bruciandone un angolo. Dopo due anni le suore clarisse di Chambery riparano con della nuova stoffa i numerosi "buchi" triangolari che si sono prodotti nell'incendio, ma il telo porterà per sempre il segno di quella notte. La sindone rimane a Chambery fino al 1578 quando, Emanuele Filiberto con il pretesto di "accorciare" il pellegrinaggio di San Carlo Borromeo, la trasferirà a (provvisoriamente) Torino Nel 1694, i duchi di Savoia fanno costruire, tra il palazzo e il duomo, una cappella nella quale verrà posta la Sindone dove resterà fino al 1995 anno in cui inizieranno i restauri alla cappella. Spostata per i lavori alla cappella nel Duomo di Torino, un una teca di vetro, nell'aprile del 1997, a causa di un incendio scoppiato misteriosamente, per salvare il telo dalle fiamme, i vigili del fuoco lo salveranno all'ultimo minuto distruggendo la teca a colpi di mazza. Alla morte del re Umberto di Savoia, nel 1983, la Sindone viene donata per testamento al papa, il quale la lascerà a Torino nelle mani del Cardinale Anastasio Ballestrero nominato "Custode Pontificio" del telo Sindonico.
LA SINDONE, SEGNI DEL CORPO DI GESÙ
UN MILIONE E MEZZO DI VISITATORI PER LA SACRA SINDONE

MOSTRATI SIGNORE

mostrati, Signore;
a tutti i pellegrini dell'assoluto,
vieni incontro, Signore;
con quanti si mettono in cammino
e non sanno dove andare
cammina, Signore;
affiancati e cammina con tutti i disperati
sulle strade di Emmaus;
e non offenderti se essi non sanno
che sei tu ad andare con loro,
tu che li rendi inquieti
e incendi i loro cuori;
non sanno che ti portano dentro:
con loro fermati poiché si fa sera
e la notte è buia e lunga, Signore.

mercoledì 27 giugno 2012

Preghiera del disabile

I miei occhi benedici o Signore,

affinché' possano vedere dentro me

il mondo che fuori ci è stato negato.

La mia bocca benedici o Signore,

affinché' la mia mente possa comunicare

ciò che la voce mai ha potuto.

Le mie orecchie benedici o Signore,

affinché' il mio cuore possa ascoltare

ciò che loro mai han udito.

Le mie mani benedici o Signore,

affinché' il mio corpo possa percepire

ciò che loro mai han potuto toccare.

Le mie gambe benedici o Signore,

affinché' passi di speranza possa muovere,

in un mondo che mai son riuscite a sfiorare.

La mia mente benedici o Signore,

affinché' amore in essa possa apparire,

ciò che nessuno mi ha saputo donare.

La mia famiglia benedici o Signore,

affinché' accanto sempre mi possa stare

e che la loro sofferenza si trasformi in amore.

Benedici tutti noi o Signore,

affinché' questo viaggio terreno

possa finire in un grande e voluto splendore.

LA VOCE DI MARIA


La voce di Maria,
dentro l’anima mia
come un balsamo scende
sulle ferite e se le porta via.
La voce di Maria
dolce melodia,
che ti porta il cuore sempre di più
nel cuore di Gesù.
Le mani di Maria
sopra l’anima mia,
santa benedizione la sua protezione
per la vita mia.
La voce di Maria,
le mani di Maria
il suo sorriso dolce
che ti fa cantare
sei la mamma mia.
Gli occhi di Maria,
dentro l’anima mia
scavano dritto al cuore sciogliendo il gelo
e se lo porta via.
L’amore di Maria,
dolce poesia
che sussurra al cuore sempre di più
il nome di Gesù.
Lo sguardo di Maria,
dentro l’anima mia
la sua tenerezza splendida bellezza
immensità e armonia.
La voce di Maria,
lo sguardo di Maria
il suo sorriso dolce che mi fa cantare
sei la mamma mia.

DAMMI LA FEDE

Mio Dio, com'è assurda la mia vita senza il dono della fede!
Una candela fumigante è la mia intelligenza.
Un braciere colmo di cenere è il mio cuore.
Una fredda e breve giornata d'inverno è la mia esistenza.
Dammi la fede:
Una fede che dia senso al mio vivere, forza al mio cammino, significato al mio sacrificio, certezza ai miei dubbi, speranza alle mie delusioni, coraggio alle mie paure, vigore alle mie stanchezze, sentieri ai mie smarrimenti, luce alle notti del mio spirito, riposo e pace alle ansie del cuore.

martedì 26 giugno 2012

SIGNORE NON SONO CAPACE...

Credo, Signore, che sarei capace di compiere una volta, qualche atto straordinario. Un'azione che impegnerebbe tutto me stesso, se fossi sconvolto da una sventura, colpito da un'ingiustizia, se uno dei mie cari fosse in pericolo...
Ma ciò che mi umilia  e spesso mi scoraggia, e che non sono capace di donare la mia vita pezzo a pezzo, giorno dopo giorno, ora dopo ora, minuto dopo minuto,
donare, sempre donare... e darmi!
Questo non posso farlo e tuttavia
è certamente ciò che tu mi chiedi...
Ogni giorno mille frammenti di vita da donare,
in mille possibili gesti d'amore,
che più non si vedono tanto sono abituali,
e più non si notano tanto sono banali,
ma di cui tu mi dici di aver bisogno per mettere insieme un'offerta e perché un giorno io possa dire in verità:
Ai miei fratelli io ho donato tutta la mia vita.
E ciò che desideri, Signore, ma non ne sono capace...
non posso farlo, lo so, ed ho paura.
Figliolo, io non ti chiedo di riuscire sempre, ma di provarci sempre.
E soprattutto ascoltami, ti chiedo di accettare i tuoi limiti, di riconoscere la tua povertà e di farmene dono, perché donare la propria vita non vuol dire donare soltanto le proprie ricchezze, ma anche la propria povertà, i propri peccati.
Fa' questo, figliolo, e con i pezzi di vita sciupata,
da te sottratti a tutti coloro che aspettano,
colmerò i vuoti, dandoti in cambio la durata,
perché nelle mie mani la tua povertà offerta,
diventerà ricchezza per l'eternità.

lunedì 25 giugno 2012

Cos’è la preghiera? Come si prega? Dove pregare? Ecco alcune risposte…

Che cos'è la preghiera cristiana?
La preghiera cristiana è:
• elevazione dell’anima a Dio;
• dono di Dio e azione dell’uomo;
• colloquio, relazione dei figli di Dio col loro Padre, per mezzo del Figlio Gesù, nello Spirito Santo:
relazione vivente di alleanza, di comunione d’amore;
• partecipazione di tutto l’uomo, qualunque sia il linguaggio (gesti e parole) e il luogo della preghiera;
• adesione umile e fiduciosa alla volontà di Dio Padre;
• necessità vitale: il cristiano, per la sua vita spirituale, ne ha assoluto e incessante bisogno come ha bisogno
dell’aria e dell’acqua per la sua vita biologica.
Essa sgorga dallo Spirito Santo: “Dio ha mandato nei nostri cuori lo Spirito del suo Figlio che grida: Abbà,
Padre” (Gal 4,6). È lo stesso Spirito, che prega nel cristiano e gli insegna “che cosa sia conveniente domandare”
(Rm 8,26) nella preghiera.
Richiede il cuore umile e pentito, ricco di Fede, all’uomo che prega, il quale si riconosce come creato ad
immagine di Dio, redento da Cristo, santificato dallo Spirito Santo: “Tutto è possibile per chi crede” (Mc 9,23).
Dio per primo chiama incessantemente ogni persona al misterioso incontro della preghiera.
La preghiera ha dunque una duplice dimensione:
• discendente: invito all’incontro e al dialogo che il Padre, per mezzo di Cristo, nello Spirito Santo, rivolge
all’uomo;
• ascendente: risposta dell’uomo al Padre, per mezzo di Cristo, nello Spirito Santo.
Come si comporta Gesù riguardo alla preghiera?
Durante la sua vita terrena, Egli prega:
• secondo i ritmi e le preghiere del suo popolo;
• frequentemente, anche di notte, nella solitudine e in particolare prima dei momenti decisivi della sua
missione;
• dicendo “Abbà, Padre”: la sua è una preghiera filiale, sgorga dal suo essere Figlio eterno di Dio;
• per noi, come nostro sacerdote; in noi come nostro Capo e guida; è pregato da noi come nostro Dio.
Tutta la vita di Gesù è una incessante preghiera, comunione profonda e intima con Dio suo Padre: le sue parole
e le sue azioni sono la manifestazione visibile di tale sua preghiera continua.
Gesù è il “Maestro della preghiera” per il cristiano. Egli, già pregando, ci insegna come pregare. E nello stesso
tempo Egli dà indicazioni precise sul pregare. Ad esempio:
• “Quando pregate dite: „Padre‟” (Lc 11,2);
• “non sprecate parole come i pagani, i quali credono di venire ascoltati a forza di parole […] perché il Padre
sa di quali cose avete bisogno prima che gliele
chiediate” (Mt 6,7-8);
• “quando preghi, entra nella tua camera e, chiusa la porta, prega il Padre tuo nel segreto” (Mt 6,6);
• “se presenti la tua offerta sull’altare e lì ti ricordi che tuo fratello ha qualcosa contro di te, lascia lì il tuo
dono davanti all’altare e va‟ prima a riconciliarti con il tuo fratello e poi torna a offrire il tuo dono” (Mt 5,23-24);
• “pregate per i vostri persecutori, perché siate figli del Padre vostro celeste” (Mt 5,44-45);
• “chiedete e vi sarà dato, cercate e troverete, bussate e vi sarà aperto” (Lc 11,9). “Chiedete e otterrete perché
la vostra gioia sia piena” (Gv 16,24);
• “non avete, perché non chiedete; chiedete e non ottenete perché chiedete male” (Gc 4,2-3);
• “cercate prima il Regno di Dio” (Mt 6,33) e il Padre celeste a colui che prega così darà tutto ciò di cui ha
bisogno.
Alla domanda: “Signore insegnaci a pregare” (Lc 11,1), Gesù risponde insegnando la preghiera del Padre
Nostro. Tale preghiera:
• è la sintesi di tutto il Vangelo;
• ci mette in comunione con il Padre e con Gesù Cristo. Nel medesimo tempo rivela noi a noi stessi;
• contiene sette domande a Dio Padre. Le prime tre hanno come oggetto la gloria del Padre: la santificazione
del nome, l’avvento del Regno e il compimento della volontà divina. Le altre quattro presentano a Lui i nostri
desideri, riguardano la nostra vita per nutrirla, per guarirla dal peccato, per liberarla dal male;
• con Lamen finale esprimiamo il nostro fiat alle sette domande: così sia.
Quali sono le fonti da cui il cristiano attinge per la sua preghiera?
Esse sono:
• la Parola di Dio, contenuta nella Sacra Scrittura;
• la liturgia della Chiesa, in particolare i Sacramenti e la liturgia delle ore;
• le Virtù Teologali: Fede, Speranza e Carità;
• l’oggi, con le sue vicende quotidiane, liete e tristi.
È bene che il cristiano utilizzi tutte queste fonti in modo complementare, dando sempre il primo posto alla
Celebrazione Eucaristica, fonte e culmine di tutta la vita del cristiano e della Chiesa, nonché modello di ogni
preghiera.
Perché è importante utilizzare i Salmi come preghiera?
È importante perché i Salmi:
• sono parola di Dio rivolta all’uomo, e parola dell’uomo rivolta a Dio;
• sono preghiera del popolo di Dio: Cristo associa a sé la Chiesa sua sposa; sono preghiera pubblica, nella
quale la Chiesa è particolarmente coinvolta;
• contengono tutta l’infinita gamma di interrogativi, situazioni in cui può trovarsi la persona di ogni paese ed
età;
• sono espressione dei vari sentimenti dell’animo umano: gioia, riconoscenza, rendimento di grazie, amore,
tenerezza, entusiasmo, ma anche intensa sofferenza, recriminazione, richiesta di aiuto e di giustizia, che sfociano
talvolta in rabbia e imprecazione. Nei Salmi l’essere umano ritrova se stesso interamente;
• fanno vivere l’esperienza della vicinanza di Dio nelle occasioni quotidiane dell’esistenza che li hanno
originati e di cui sono il riflesso;
• offrono diverse intenzioni di preghiere: per glorificare Dio, per ringraziarlo, per esprimere fiducia, per
invocare aiuto, per chiedere perdono, per far ascoltare la propria preghiera;
• offrono espressioni per la cosiddetta “preghiera giaculatoria” – dalla parola latina iaculum, cioè dardo –
con cui si indicano brevissime espressioni salmodiche che possono essere recitate durante la giornata quali brevi
ma efficaci colloqui con Dio, come pure essere “lanciate”, quasi come punte infuocate, ad esempio contro le
tentazioni.
Quali sono le forme principali della preghiera cristiana?
Le forme principali sono:
• Quanto al contenuto della preghiera:
- la preghiera di adorazione;
- la preghiera di domanda, che ha per oggetto soprattutto il perdono, la ricerca del Regno di Dio (“venga il
tuo Regno”), come pure ogni vera necessità per noi e per gli altri;
- la preghiera di ringraziamento: “In ogni cosa rendete grazie” (1Ts 5,18). Si ringrazia Dio per i doni della
creazione e della redenzione. Ogni avvenimento e ogni necessità può diventare motivo di ringraziamento;
- la preghiera di lode: si rende gloria a Dio perché Egli è, prima e più di ciò che Egli fa.
• Quanto al modo di pregare:
- la preghiera vocale: essa, basata sull’unità del corpo e dello spirito nella natura umana, associa il corpo (in
particolare la voce) alla preghiera interiore
del cuore. Essa favorisce la preghiera con gli altri;
- la preghiera meditativa: essa mette in azione il pensiero, l’immaginazione, l’emozione e il desiderio. Può
essere aiutata da un libro (in particolare la
Bibbia), dalle icone, da scritti dei Padri della Chiesa e dei Santi, dal grande Libro della Creazione, dagli
avvenimenti quotidiani…;
- la preghiera contemplativa: essa è uno sguardo di Fede fissato su Gesù, un silenzioso amore, “un intimo
rapporto di amicizia, nel quale ci si intrattiene spesso da solo a solo con quel Dio da cui ci si sa amati” (S. TERESA DI GESÙ).La preghiera “deve, da una parte, essere molto personale, un confronto del mio io con Dio, con il Dio vivente. Dall’altra, tuttavia, essa deve essere sempre di nuovo guidata ed illuminata dalle grandi preghiere
della Chiesa e dei santi, dalla preghiera liturgica (…) Nel pregare deve sempre esserci questo intreccio tra
preghiera pubblica e preghiera personale” (BENEDETTO XVI, Spe salvi, n.34).
Tutte queste forme di preghiera sono necessarie e complementari nella vita del credente e della Chiesa.
L’eucaristia contiene, esprime, realizza e completa in sommo grado tutte queste forme di preghiera. Non c’è
preghiera che uguagli o superi la Celebrazione Eucaristica.
Come la preghiera del cristiano è unita a quella di Cristo?
Così si esprime Sant’AGOSTINO al riguardo : «Quando rivolgiamo a Dio la nostra preghiera, non
dobbiamo separare da lui il Figlio, e quando prega il corpo del Figlio, esso non deve considerarsi come
staccato dal capo. In tal modo la stessa persona, cioè l’unico Salvatore del corpo, il Signore nostro Gesù
Cristo, Figlio di Dio, sarà colui che prega per noi, prega in noi, è pregato da noi. Prega per noi come
nostro sacerdote, prega in noi come nostro capo, è pregato da noi come nostro Dio. (…) Perciò noi
preghiamo Lui, per mezzo di Lui e in Lui; diciamo con Lui ed Egli dice con noi » (Sant’AGOSTINO,
Commento sui salmi: Salmo 85, 1).
Che relazione c’è tra la preghiera del cristiano e la Chiesa?
Ogni preghiera autentica del cristiano è anche preghiera della Chiesa e nella Chiesa: il cristiano infatti è membro
della Chiesa, in virtù del Battesimo. La Chiesa pertanto, sia quella celeste sia quella pellegrina sulla terra, prega
con lui, in lui e per lui. E lui prega nella Chiesa, con la Chiesa e per la Chiesa.
Qual è il legame della preghiera con la vita quotidiana?
La preghiera richiede la coerenza di vita: osservare la Parola di Dio, i suoi Comandamenti, fare la sua volontà.
Si prega come si vive, e si vive come si prega.
È l’amore credente, umile, fiducioso che consente di unire la preghiera a tutta la vita cristiana.
Perché la vita diventi una continua preghiera occorre che:
• sia una vita coerente con gli insegnamenti della Fede;
• ci siano momenti espliciti durante la giornata e la settimana dedicati esclusivamente alla preghiera.
Quando pregare?
“Pregate incessantemente” (1Ts 5,17):
• “rendendo continuamente grazie per ogni cosa a Dio Padre nel nome del Signore nostro Gesù Cristo”;
• “con ogni sorta di preghiere e suppliche nello Spirito” (Ef 6,18);
• “prega incessantemente Colui che unisce la preghiera alle opere e le opere alla preghiera” (ORIGENE).
Pregare è sempre possibile: “È possibile anche al mercato o durante una passeggiata
solitaria, fare una frequente e
fervorosa preghiera. È possibile pure nel vostro negozio, sia mentre comprate sia mentre vendete, o anche mentre
cucinate” (S. GIOVANNI CRISOSTOMO).
Che dire circa le tecniche per pregare bene?
La storia della preghiera cristiana conosce molte tecniche: esse hanno lo scopo di preparare lo spirito e il corpo
alla preghiera, di sostenerli nel corso della preghiera, aiutando la persona al raccoglimento e alla concentrazione.
Esse riguardano: le parole, il canto, i gesti, l’iconografia, il luogo ove si prega.
I metodi e le tecniche sono necessari e utili, ma non sono necessariamente efficaci.
Sono mezzi per aiutare la preghiera, ma non sono né possono diventare fini.
Un metodo non è che una guida: l’importante è avanzare, con lo Spirito Santo, sull’unica Via, Modello,
Maestro di preghiera: Gesù Cristo.
Quali sono le principali obiezioni alla preghiera?
Ecco alcune obiezioni alla preghiera:
• non ho tempo: ho ben altro da pensare e da fare;
• non ho voglia: non me la sento;
• è inutile pregare perché occorre piuttosto agire;
• non riesco a pregare perché mi distraggo frequentemente, perché il mio cuore è arido, incapace di pregare.
Tali obiezioni e difficoltà possono essere superate:
• approfondendo il significato e il valore della preghiera autentica del cristiano;
• pregando e chiedendo l’aiuto a Dio;
• tenendo presente che certamente la preghiera suppone anche uno sforzo e una lotta contro noi stessi, contro
le insidie del diavolo, contro concezioni erronee, varie mentalità diffuse che ci sono circa la preghiera;
• crescendo nelle virtù dell’umiltà, della fiducia, della perseveranza, della custodia del cuore.
Circa l’obiezione di chi afferma che non prega più, perché nel passato ha pregato molto e non è stato esaudito, è
bene ricordare che Dio talvolta tarda ad ascoltarci o non ci esaudisce affatto in quello che gli chiediamo:
• per verificare la nostra fedeltà, costanza, fiducia in Lui;
• per consentire a noi di verificare l’autenticità, l’opportunità o la necessità di ciò che gli chiediamo, e
soprattutto la conformità delle nostre richieste alla volontà di Dio Padre;
• per consolidare la nostra Fede;
• per purificare e migliorare il nostro modo di chiedere; dice infatti San Giacomo: “Chiedete e non ottenete
perché chiedete male » (Gc 4,3);
• per non darci qualcosa che non è il nostro vero e massimo bene: Dio ci conosce e ci ama più di quanto noi
stessi ci conosciamo e ci amiamo;
• per riservarci qualcosa di meglio e di più utile per noi, da donarci in seguito. Egli, infatti, vede meglio, più
in là e in profondità rispetto a noi.
NB: per approfondire l’argomento, si leggano i seguenti documenti pontifici:
* CATECHISMO DELLA CHIESA CATTOLICA (CCC), quarta parte; COMPENDIO del CCC, quarta parte;
* CONGREGAZIONE PER LA DOTTRINA DELLA FEDE:
- Lettera su alcuni aspetti della meditazione cristiana, 1989;
- Istruzione circa le preghiere per ottenere da Dio la guarigione, 2000.