1.
Conoscere le proprie emozioni (raccogliere informazioni) Uno
degli ostacoli nel discernimento della vocazione è dapprima l'immaturità
emozionale, e fa sì, che l'uomo confonda i propri bisogni, i propri desideri
umani, di solito immaturi, con desideri e ispirazioni dati da Dio. Perciò
innanzitutto bisogna riuscire a controllare la nostra capacità emotiva
attraverso l'analisi di tutta la nostra precedente storia di vita e tutto
quello che da quella vita portiamo: il grado di maturità emotiva, intellettuale
e spirituale insieme a tutti i condizionamenti scaturiti dalle esperienze
familiari e ambientali.
2.
Accettare serenamente se stessi dedicando tempo a preghiera e riflessione Il
passo successivo alla scoperta dei nostri moti interiori è l'accettazione di se
stesso, della propria vita (così com'è nel momento che rifletto) come un dono
divino. E questo per poter accettare Dio e la sua volontà. Tutto questo va
fatto in un ambiente ed in uno stato interiore tranquillo e dopo aver iniziato
una reale vita spirituale (con preghiera e sincera disponibilità all'ascolto di
Dio) altrimenti rischieremo di percorrere una strada falsa e frutto delle sole
nostre idee.
3.
Accettare l'aiuto di una guida che mi dà conferma o meno della bontà di una
scelta È
lo Spirito Santo stesso che si impegna, attraverso l'aiuto del rappresentante
della Chiesa, a confermare l'autenticità della vocazione sacerdotale e
religiosa. La comune sensibilità spirituale verso Dio sia del direttore
spirituale sia dell'uomo che si interroga sulla propria vocazione fa sì che
insieme scoprano l'irripetibile piano di Dio.
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