e
staccato da tutto,
ma
senza indifferenza.
Che
io sia aperto e buono,
maturato
dalla sofferenza,
pronto
a dare agli altri
quello
che non ho avuto.
Non
mi resta niente.
A
che cosa ancora
mi
potrei aggrappare?
Eppure
io vorrei
che
la gioia di ogni uomo
trovasse
come un'eco
nel
mio cuore pacificato.
Piuttosto
che soffrire
senza
utilità per nessuno
e
aggravare ulteriormente
le
tristezze del mondo,
vorrei
che da tutte le lacrime che ho versato,
mi
venisse il potere di comprendere gli altri,
fino
nell'intimo del loro essere,
là
dove sono veramente se stessi,
là
dove aspettano l'amore.
Vorrei
che il mio dolore
servisse a qualcosa.
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