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venerdì 8 febbraio 2013

Come impreziosire il nostro tempo

Come si impreziosisce il tempo? Qual è il suo vero valore? Il tempo è preparazione e vigilia dell'eternità. Siamo fioriti nel tempo per un atto creatore di Dio; ciascuna creatura umana è carica d'infinito Amore. Vi sono coloro che soffrono l'esistenza come un male assurdo; ma il tempo che imprigiona e trascina, non è cattivo in sé; è il nostro peccato che lo svuota della presenza di Dio e allora cade la notte. Invece con la grazia è come un grembo che ci porta, in cui abitiamo, ma solo per nascere compiutamente alla vita eterna. Il tempo è ricerca e cammino verso il cielo. Non è da condannare. E' ambivalente, in quanto in esso si sperimentano sia le pressioni demoniache sia le visite divine, dato che nel tempo noi siamo un campo conteso. Il cristiano deve vivere la sua condizione terrena come uno spazio aperto, in cui la sua libertà è cercata da Dio; spazio aperto, perché noi stiamo andando fuori dalla prigione, verso la terra della libertà, il Regno dei cieli. Quando preghiamo: «Venga il tuo Regno»! vogliamo affrettare anche la nostra partenza dalla terra. Il tempo è un mistero che nasce insieme con l'uomo; esso sembra avvolgerci e portarci; in un senso ci appartiene, in un altro senso non ci appartiene. Lo usiamo lasciandocelo indietro, mentre lo possediamo lo perdiamo; mentre lo afferriamo ci sfugge. Ci viene, inoltre, concesso in misura e maniera singolare: ne possiamo disporre solo di un frammento per volta... E' appena 1'«istante presente» quello di cui disponiamo. Ed esso non è solo l'ombra dell'eternità, ma un barlume, anzi una perla di essa. Inoltre è tanto esiguo, che costituisce la nostra estrema povertà; eppure è di un valore formidabile perché in ogni frammento possiamo conquistare e possedere incessantemente l'infinito e l'eterno. Certo, possiamo disgraziatamente anche perderlo. L'uomo dipende dall'istante presente; se è aperto all'eternità, e ciò avviene mediante la grazia, allora qui e adesso l'uomo vive già la sua comunione con Dio; Dio si fa presente qui e adesso, per me; si offre a starmi di fronte; Lui mi concede un attimo dietro l'altro per invitarmi a cominciare o ad abituarmi a stare con Lui... Egli ci dona la sua attenzione e la sua vita divina; ci pensa, ci ama, ci sostiene, ci porta, ci avvolge e respira con noi, qui, in questo momento, qualunque sia la terra che calpesto o l'ora che segno. Il nostro continuo «sì» a Lui è certo dipendenza, ma è anche trascendenza, superamento, sconfinamento di noi stessi in Lui, perché è dialogo, sguardo, canto, comunione, risposta a Lui che è l'Infinito; è anche dono a Lui nello stesso momento in cui Lui si consegna a noi sollecitandoci ad accogliere, custodire e ricambiare la sua presenza. La creatura umana afferma la libertà in questa dipendenza dall'attimo presente, vissuto nel sì a Dio, in quanto vede aprirsi un orizzonte infinito dietro ogni piccolo evento; l'eternità non è solo l'attesa di un domani, ma è qui ed ora che si sperimenta. Le cose si fanno trasparenti e recano un messaggio di Dio; esse sono pure, perché servono ad orientarci verso di Lui ed aiutarci a dialogare già con Lui; esse sono «briciole» del banchetto del cielo (cf Gv della Croce)...Per chi vive in grazia il tempo non è duro né opaco, ma è luminoso e aperto... Non è una prigione, ma una via che si percorre ogni giorno più prossimi alla meta  E' soave lasciarsi dietro gli anni e le stagioni del tempo con quella libertà di chi non vi dimora se non parzialmente, infervorato nell'intimo dalla fretta di voler scorgere dietro le colline la strada che si allontana, ma sulla quale si disegna il profilo veniente dell'Amore che si cerca. Allora ci si affretta verso di Lui per poter contemplare faccia a faccia i tratti del volto più bello che esiste, il volto dell'Eterno, di cui ne porti nel cuore la ferita d'amore e di cui l'anima ne subisce sponsalmente l'attrazione. «Tempo aperto» è la condizione dell'uomo quando è in viva relazione con Dio. Cioè, quando è nella grazia di Dio.

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