venerdì 30 novembre 2012
Madonna, ascoltaci mentre ti confidiamo le ansie quotidiane che assillano la nostra vita moderna
Maria,
donna dei nostri giorni, vieni ad abitare in mezzo a noi. Tu hai predetto che
tutte le generazioni ti avrebbero chiamata beata. Ebbene, tra queste
generazioni c'è anche la nostra, che vuole cantarti la sua lode non solo per le
cose grandi che il Signore ha fatto in te nel passato, ma anche per le
meraviglie che egli continua a operare in te nel presente. Fa' che possiamo sentirti vicina ai nostri
problemi. Non come Signora che viene da lontano a sbrogliarceli con la potenza
della sua grazia o con i soliti moduli stampati una volta per sempre. Ma come
una che, gli stessi problemi, li vive anche lei sulla sua pelle, e ne conosce l'ineditadrammaticità, e ne percepisce le sfumature del mutamento, e ne coglie
l'alta quota di tribolazione.Maria, donna dei nostri giorni, liberaci
dal pericolo di pensare che le esperienze spirituali vissute da te duemila anni
fa siano improponibili oggi per noi, figli di una civiltà che, dopo essersi
proclamata postmoderna, postindustriale e postnonsoché, si qualifica anche come
postcristiana! Maria, donna dei nostri giorni, dandoti
per nostra madre, Gesù ti ha costituita non solo conterranea, ma anche
contemporanea di tutti. Prigioniera nello stesso frammento di spazio e di
tempo. Nessuno, perciò, può addebitarti distanze generazionali, né gli è lecito
sospettare che tu non sia in grado di capire i drammi della nostra epoca. Mettiti, allora, accanto a noi, e
ascoltaci mentre ti confidiamo le ansie quotidiane che assillano la nostra vita
moderna: lo stipendio che non basta, la stanchezza da stress, l'incertezza del
futuro, l'usura dei rapporti, l'instabilità degli affetti, l'educazione
difficile dei figli, l'incomunicabilità perfino con le persone più care, la
frammentazione assurda del tempo, il capogiro delle tentazioni, la tristezza
delle cadute, la noia del peccato… Facci sentire la tua rassicurante
presenza, o coetanea dolcissima di tutti. E non ci sia mai un appello in cui
risuoni il nostro nome, nel quale, sotto la stessa lettera alfabetica, non
risuoni anche il tuo, e non ti si oda rispondere: 'Presente!'. Come un'antica
compagna di scuola".
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