La crisi del mondo d'oggi sta nell'incredulità verso Dio e
nella conflittualità tra gli uomini. L'incredulità è una malattia ed una
debolezza, ma, come sappiamo dal Vangelo (Me 6, 5) ha pure un'enorme forza:
quella di impedire all'amore di Dio di agire in noi.
Questa nostra crisi non dipende, quindi, dall'essere venuta
meno la Misericordia di Dio o la Sua Onnipotenza. Dipende tutta dalla durezza
del nostro cuore che si va chiudendo a Dio. Per salvarci, il nostro amatissimo
Padre celeste deve riuscire ad aprire i nostri cuori e deve ottenerlo dalla
nostra libertà.
Maria è figlia della nostra umanità, donna tra le donne. Ma,
a differenza di tutti noi, non soltanto è stata preservata nel concepimento e
nella vita da ogni peccato, ma ha saputo, anche a nome nostro, offrire a Dio
quel cuore aperto che sa dire e sa vivere, senza mai venir meno, quelle parole
che furono in Lei, prima che nel Cuore umano di Gesù: «Ecco la serva del
Signore: mi avvenga secondo la tua parola» (Le 1, 38).
Ella, nel dirle, riconosce la grazia di Dio a Lei concessa.
Ma Dio, nel sentirle, le riconosce merito della sua umana libertà. A Lei ha
dato il potere di generare negli uomini la vita, che, quelle parole, vissute,
danno. Perciò Maria è Madre della Divina Grazia, Madre della Chiesa, Madre dei
cristiani, Madre degli uomini e Madre dei peccatori, e lo è per lo stesso
"sì" per cui è Madre di Dio. Lei ha il potere di comunicarci il suo
vissuto, la sua apertura, la sua beatitudine.
Gesù stesso la riconobbe in chiunque vive la volontà di Dio
(Me 3, 33-35). In più, Ella ha vinto Satana. In Lei l'efficienza dell'Angelo
ribelle non fu accolta. Lei e la Chiesa generata da Lei, hanno la saggezza, la
libertà e la potenza necessaria per calpestare la testa del serpente, e di
farlo totalmente e sempre. Dinanzi a Lei Satana deve recedere come vinto ed è
costretto ad abbandonare l'uomo che, avendolo reso vincitore, gli si è
sottomesso, consegnandosi schiavo.
Se è vero che Satana non ha altra forza contro l'uomo che
quella che l'uomo stesso gli dà, al sopraggiungere di Maria soffre la
debolezza del non aver potuto nulla possedere in Lei, neppure un atto di rabbia
contro Dio o di rifiuto dell'uomo, mentre Gesù era in croce. Maria in Gesù è
Ella stessa quel "più forte" che può sopraffare il forte, che ci
tiene in ostaggio (Me 3, 27). Lei stessa disse che veniva perché stiamo vivendo
il secolo di prova, in cui Satana tenta di distruggere la Chiesa e il mondo. Ma
non vi riuscirà perché la vittoria è di Dio.
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