Viviamo in un mondo immerso nel rumore assordante di una
cultura che cerca di fuggire da se stessa per dimenticare i problemi di ogni
giorno. Tuttavia, il silenzio è necessario per il nostro equilibrio e,
soprattutto, per incontrarci con Dio e con noi stessi.
Il mondo in cui viviamo oggi, circondato da suoni e rumori
rende molto difficile l'esperienza del silenzio. Lo confermano le persone che
condividono le loro case con vicini chiassosi e la nostra pratica di star
sempre ad ascoltare uno o più dispositivi elettronici allo stesso tempo non
pensare troppo alla vita e distrarci così dalle amarezze della vita quotidiana.
Siamo spinti dalla ricerca incessante di denaro; corriamo senza sosta ad
accumulare beni, e in questa ricerca siamo immersi nel rumore di auto,
macchine, fax, campanelli, clacson, radio, TV, telefoni cellulari, musiche
stridenti, agitazioni e grida. Nei giorni successivi al "black-out"
in gran parte del Brasile, molti si sono trovati a non saper cosa fare, come
perduti, per il fatto che non potevano avere accesso a internet, vedere la
televisione e far uso del cellulare. Abbiamo disimparato a conversare in
famiglia e molto più ancora siamo più abituati al silenzio. Interessante
osservare come ci rendiamo schiavi dei suoni e come le persone sembrano aver
necessità del rumore. Quanti sono coloro che rimangono quasi anestetizzati dal
rumore di percussioni, chitarre, grida e agitazioni che li assorbono corpo e
anima ?
DIO si manifesta nella tranquillità. Si teme che, continuando
in questa direzione, cominceremo il nostro cammino verso la sordità sempre
prima. Che lo vogliamo o no, il silenzio è necessario per il nostro equilibrio
e principalmente per incontrare Dio e noi stessi. Tutti conosciamo il passaggio
di Dio nella vita del Profeta Elia (I Re 19, 11-14): passò un vento impetuoso e
Dio non c'era; dopo ci furono terremoti e Dio non c'era; venne il fuoco e Dio
non c'era, e dopo "si udì" il mormorio di una brezza lieve e soave e
Dio si manifestò al Profeta, il quale, di fronte alla presenza del Signore, si
coprì il volto. Gesù è molto chiaro quando ci insegna la necessità della
preghiera interiore : "Tu invece, quando preghi, entra nella tua camera e,
chiusa la porta, prega il Padre tuo nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel
segreto, ti ricompenserà. Pregando poi, non sprecate parole come i pagani, i
quali credono di venire ascoltati a forza di parole. Non siate dunque come
loro, perché il Padre vostro sa di quali cose avete bisogno ancor prima che
gliele chiediate" (cfr. Mt 6, 6-8).
Queste sono parole divine che sottolineano l'importanza del
silenzio affinché la figura del Padre possa risplendere in noi, e, proprio per
questo, Gesù consiglia: chiudere le porte della camera, dire poche parole,
ossia, in silenzio in sua presenza.
Il silenzio è essenziale affinché Dio risplenda. Fra Ignazio
Larrañaga (iniziatore delle Officine di Preghiera e che è stato recentemente in
Brasile), nel suo libro Adorare Dio in Spirito e Verità (Paoline, 1983, pag.
190), dice a questo proposito: "Restare col Padre vuol dire stabilire una
corrente affettiva e di attenzione con Lui, un'apertura mentale nella fede e
nell'amore. Le mie energie mentali (quello che io sono come coscienza, come
persona) escono da me, si proiettano in Lui e restano con Lui. Tutto il mio
essere permane quieto, concentrato, compenetrato, paralizzato in Lui e con
Lui". Questo stare con il Padre non è niente più che la preghiera di
quiete, nella quale c'è piena gioia solamente per il fatto di stare di fronte
al nostro Dio e Padre. I grandi mistici, come San Giovanni della Croce,
Sant'Ignazio di Loyola, Santa Teresa d'Avila, sostengono che il silenzio è
essenziale perché Dio risplenda. San Benedetto, patriarca dei monaci
dell'Occidente, nella sua Regola, colloca il silenzio come una realtà normale
nella comunità monastica che, insieme con la Lectio Divina, vita in comunità,
la Liturgia, unità nella comunità e con l'Abate porta alla pace interiore e
crea un clima orante nella comunità. Anche San Bernardo intraprende un cammino
identico, malgrado le sue faccende fuori del Monastero.
Il silenzio esteriore aiuta a entrare nel silenzio interiore.
Una delle raccomandazioni dei predicatori di ritiri è sempre di approfittare di
questo tempo affinché il silenzio esteriore aiuti ad entrare nel silenzio
interiore e il silenzio interiore aiuti a vivere esternamente nel silenzio,
cercando di parlare solo di quello che edifica ed è di utilità per la vita in
Cristo e la fraternità tra di noi in queste due settimane, nelle quali due
gruppi del nostro clero arcidiocesano si "ritirano" per questo tempo
di revisione di vita, preghiera e condivisione all'interno dell' Anno
Sacerdotale, uno dei passi importanti sarà, senza dubbio, questo incontro con
Dio nel silenzio dei nostri cuori. Allo stesso modo potrebbero essere anche le
nostre vite che necessitano di questo equilibrio di silenzio, che grida la pace
e la fraternità e ci rende ancor più animati nella missione di discepoli
missionari. Il silenzio cristiano è pieno della Parola di Dio e illumina le
nostre vite. È tanto importante che, proprio nella Liturgia, quando maturiamo
nelle celebrazioni, capiamo che i momenti di silenzio sono importanti per
accogliere la presenza di Cristo nei vari momenti della celebrazione.
La ricerca del silenzio cristiano che ci porta alla
contemplazione delle verità eterne e nella ricerca del volto di Dio dobbiamo
prendere coscienza dell'importanza del silenzio per la preghiera e per la vita.
Poesia (Facci comprendere il valore del silenzio)
Oh Maria ! Mia santa buona Maria !
Fammi e fai comprendere a tutti il
grande valore del silenzio nel quale
si capisce Dio.
Insegnami a tacere per ascoltare
la Saggezza eterna.
Insegnami a trarre dal silenzio tutto
quello che contiene, di grande,
di sovrannaturale, di divino.
Aiutami a farne una perfetta preghiera,
una preghiera tutta di fede, di fiducia
e d’amore.
Una preghiera vibrante, energica,
feconda, capace di glorificare Dio
e di salvare le anime !
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