Perché il digiuno?
A questa domanda bisogna dare una risposta più ampia e
profonda, perché diventi chiaro il rapporto tra il digiuno e la
"metanoia", cioè quella trasformazione spirituale, che avvicina
l'uomo a Dio. Cercheremo quindi di concentrarci non soltanto sulla pratica
dell'astensione dal cibo o dalle bevande - ciò infatti significa "il
digiuno" nel senso comune - ma sul significato più profondo di questa
pratica che, del resto, può e deve alle volte essere "sostituita" da
qualche altra. Il cibo e le bevande sono indispensabili all'uomo per vivere,
egli se ne serve e deve servirsene, tuttavia non gli è lecito abusarne sotto
qualsiasi forma. La tradizionale astensione dal cibo e dalle bevande ha come
fine di introdurre nell'esistenza dell'uomo non soltanto l'equilibrio
necessario, ma anche il distacco da quello che si potrebbe definire
"atteggiamento consumistico". Tale atteggiamento è divenuto nei
nostri tempi una delle caratteristiche della civiltà e in particolare della
civiltà occidentale. L'atteggiamento consumistico! L'uomo orientato verso i
beni materiali, molteplici beni materiali, molto spesso ne abusa. Non si tratta
qui unicamente del cibo e delle bevande. Quando l'uomo è orientato
esclusivamente verso il possesso e l'uso di beni materiali, cioè delle cose,
allora anche tutta la civiltà viene misurata secondo la quantità e la qualità
delle cose che è in grado di fornire all'uomo, e non si misura con il metro
adeguato all'uomo. Questa civilizzazione infatti fornisce i beni materiali non
soltanto perché servano all'uomo a svolgere le attività creative e utili, ma
sempre di più... per soddisfare i sensi, l'eccitazione che ne deriva, il
piacere momentaneo, una sempre maggiore molteplicità di sensazioni.
Alle volte si sente dire che l'incremento eccessivo dei mezzi
audio-visivi nei paesi ricchi non sempre giova allo sviluppo dell'intelligenza,
particolarmente nei bambini; al contrario, talvolta contribuisce a frenarne lo
sviluppo. Il bambino vive solo di sensazioni, cerca delle sensazioni sempre
nuove... E diventa così, senza rendersene conto, schiavo di questa passione
odierna. Saziandosi di sensazioni, rimane spesso intellettualmente passivo;
l'intelletto non si apre alla ricerca della verità; la volontà resta vincolata
dall'abitudine, alla quale non sa opporsi.
Da ciò risulta che l'uomo contemporaneo deve digiunare, cioè
astenersi non soltanto dal cibo o dalle bevande, ma da molti altri mezzi di
consumo, di stimolazione, di soddisfazione dei sensi. Digiunare significa
astenersi, rinunciare a qualcosa.
Perché rinunciare a qualcosa? Perché privarsene?
Abbiamo già in parte risposto a questo quesito. Tuttavia la
risposta non sarà completa, se non ci rendiamo conto che l'uomo è se stesso
anche perché riesce a privarsi di qualcosa, perché è capace di dire a se
stesso: "no". L'uomo è un essere composto di corpo e di anima. Alcuni
scrittori contemporanei presentano questa struttura composta dell'uomo sotto la
forma di strati e parlano, ad esempio, di strati esteriori in superficie della
nostra personalità, contrapponendoli agli strati in profondità. La nostra vita
sembra esser divisa in tali strati e si svolge attraverso di essi. Mentre gli
strati superficiali sono legati alla nostra sensualità, gli strati profondi
sono espressione invece della spiritualità dell'uomo, cioè: della volontà
cosciente, della riflessione, della coscienza, della capacità di vivere i
valori superiori.
Questa immagine della struttura della personalità umana può
servire a comprendere il significato del digiuno per l'uomo. Non si tratta qui
solamente del significato religioso, ma di un significato che si esprime
attraverso la cosiddetta "organizzazione" dell'uomo come
soggetto-persona. L'uomo si sviluppa regolarmente, quando gli strati più profondi
della sua personalità trovano una sufficiente espressione, quando l'ambito dei
suoi interessi e delle sue aspirazioni non si limita soltanto agli strati
esteriori e superficiali, connessi con la sensualità umana. Per agevolare un
tale sviluppo, dobbiamo alle volte consapevolmente distaccarci da ciò che serve
a soddisfare la sensualità, vale a dire, da quegli strati esteriori
superficiali. Quindi dobbiamo rinunciare a tutto ciò che li
"alimenta".
Ecco, in breve, l'interpretazione del digiuno al giorno
d'oggi.
La rinuncia alle sensazioni, agli stimoli, ai piaceri e anche
al cibo o alle bevande, non è fine a se stessa. Essa deve soltanto, per così
dire, spianare la strada per contenuti più profondi, di cui "si
alimenta" l'uomo interiore. Tale rinuncia, tale mortificazione deve
servire a creare nell'uomo le condizioni per poter vivere i valori superiori,
di cui egli è, a suo modo, "affamato".
Ecco, il "pieno" significato del digiuno nel
linguaggio di oggi. Tuttavia, quando leggiamo gli autori cristiani dell'antichità
o i Padri della Chiesa, troviamo in loro la stessa verità, spesso espressa con
linguaggio così "attuale" che ci sorprende. Dice, per esempio, san
Pietro Crisologo: "Il digiuno è pace del corpo, forza delle menti, vigore
delle anime" ("Sermo" VII: "De Jejunio", 3), e ancora:
"Il digiuno è il timone della vita umana e regge l'intera nave del nostro
corpo".
E sant'Ambrogio risponde così alle eventuali obiezioni contro
il digiuno: "La carne, per la sua condizione mortale, ha alcune sue
concupiscenze proprie: nei loro confronti ti è stato concesso il diritto di
freno. La tua carne è sotto di te: non seguire le sollecitazioni della carne
fino alle cose illecite, ma frenale alquanto anche per quanto riguarda quelle
lecite. Infatti, chi non si astiene da nessuna delle cose lecite, è prossimo
pure a quelle illecite" (S. Ambrogio, "Sermo de utilitate
jejunii", III. V. VII). Anche scrittori non appartenenti al cristianesimo
dichiarano la stessa verità. Questa verità è di portata universale. Fa parte
della saggezza universale della vita.
E' ora certamente più facile per noi comprendere il perché
Cristo Signore e la Chiesa uniscano il richiamo al digiuno con la penitenza,
cioè con la conversione. Per convertirci a Dio, è necessario scoprire in noi
stessi quello che ci rende sensibili a quanto appartiene a Dio, dunque: i
contenuti spirituali, i valori superiori, che parlano al nostro intelletto,
alla nostra coscienza, al nostro "cuore" (secondo il linguaggio
biblico). Per aprirsi a questi contenuti spirituali, a questi valori, bisogna
distaccarsi da quanto serve soltanto al consumismo, alla soddisfazione dei
sensi. Nell'apertura della nostra personalità umana a Dio, il digiuno - inteso
sia nel modo "tradizionale" che "attuale" - deve andare di
pari passo con la preghiera perché essa ci dirige direttamente verso lui.
D'altronde il digiuno, cioè la mortificazione dei sensi, il
dominio del corpo, conferiscono alla preghiera una maggiore efficacia, che
l'uomo scopre in se stesso. Scopre infatti che è "diverso", che è più
"padrone di se stesso", che è divenuto interiormente libero. E se ne
rende conto in quanto la conversione e l'incontro con Dio, attraverso la
preghiera, fruttificano in lui.
TUTTI I MESSAGGI DELLA MADONNA IN RIFERIMENTO AL DIGIUNO
-Messaggio del 25
ottobre 1983 (Messaggio dato al gruppo di preghiera):Con il digiuno e la
preghiera potrete ottenere tutto ciò che chiedete.
- Messaggio del 4
settembre 1986: Cari figli, vi invito oggi alla preghiera e al
digiuno. Sapete, cari figli, che col vostro aiuto io posso fare tutto e
costringere satana a non indurvi al male e ad allontanarsi da questo luogo.
Satana, cari figli, sta in agguato contro ognuno di voi, soprattutto desidera
disturbare tutti nelle cose quotidiane. Perciò vi invito, cari figli, a far sì
che la vostra giornata sia solo preghiera e abbandono totale a Dio. Grazie per
aver risposto alla mia chiamata!
- Messaggio del 14
agosto 1984:Questa apparizione avvenne inaspettatamente,
alla vigilia dell'Assunta. Ivan stava pregando in casa. Poi cominciò a
prepararsi per venire in chiesa, alla liturgia serale. Improvvisamente gli
apparve la Madonna e gli disse di trasmettere alla gente questo Messaggio: "Vorrei
che la gente in questi giorni pregasse con me. E che preghi il più possibile!
Che inoltre digiuni il mercoledì e il venerdì; che ogni giorno reciti almeno il
Rosario: i misteri gaudiosi dolorosi e gloriosi".
- Messaggio del 25
gennaio 2001:Cari figli, oggi vi invito a rinnovare la
preghiera e il digiuno con ancora più entusiasmo, affinché la preghiera diventi
gioia per voi. Figlioli, chi prega non ha paura del futuro e chi digiuna non ha
paura del male. Vi ripeto ancora una volta: solo con la preghiera e il digiuno
anche le guerre si possono fermare, le guerre della vostra incredulità e della
paura per il futuro. Sono con voi e vi insegno figlioli: in Dio è la vostra
pace e la vostra speranza. Per questo avvicinatevi a Dio e mettetelo al primo posto
nella vostra vita. Grazie per aver risposto alla mia chiamata.
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