Parla con la Vergine Maria

Parla con la Vergine Maria
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domenica 31 marzo 2013

E’ RISORTO!

«Mi sarete testimoni… fino all'estremità della terra»

Preghiamo perché il Signore ci conceda una condotta libera dalla colpa, propria di quanti sono risorti dal peccato e hanno ricevuto il dono che Cristo ha elargito nella sua risurrezione, cioè lo Spirito Santo, che anima la nostra vita ed è pegno per noi di risurrezione.

Nel rimuovere Gesù dalla croce e prepararLo amorevolmente per il seppellimento secondo i costumi ebraici, i Suoi discepoli vollero proteggere il Suo corpo da ogni danno. Avvolsero il corpo nel lino fresco e collocarono una grossa pietra per sigillare l’entrata alla tomba. Tre giorni più tardi Gesù risorse vittorioso sulla morte dalla tomba. Per i quaranta giorni che seguirono Gesù istruì e ammaestrò i Suoi discepoli riguardo a quella che deve essere stata un’esperienza intensa e possente, preparandoli per la Sua ascesa nei cieli.


BENEDIZIONE PER LA PASQUA
Effondi, Signore, la Tua benedizione sulla nostra famiglia riunita in questo giorno di Pasqua. Custodisci e rafforza la nostra fede in Te e il nostro amore tra di noi e verso tutti. Per Cristo, nostro Signore.
O Dio, che ai tuoi apostoli
riuniti nel cenacolo
con Maria madre di Gesù
hai donato lo Spirito Santo,
concedi anche a noi
di consacrarti pienamente al tuo servizio
e di annunciare con la parola e con l’esempio
le grandi opere del tuo amore. Amen
Signore Gesù Cristo, oggi la tua luce splende in noi, fonte di vita e di gioia: È la risurrezione di Cristo, che giustifica la sua unicità ed esclusività, come il Salvatore che davvero è in grado di darci la vita e ci trasfonde la Sua Vita che vince la morte nella nostra vita deperibile. Cristo è uno, una è la risurrezione, ed anche la possibilità per la salvezza deificazione è una. È per questo che la nostra aspettativa di superare tutte le impasse che confondono la nostra vita è orientata verso Cristo, al Cristo dei Santi, al Cristo della storia.

Messaggio di auguri a tutti i visitatori

Oggi, nostro Signore Gesù è Risorto! Volevo augurare a tutti di trascorrere questa giornata nel migliore dei modi, un augurio principalmente dedicato a chi sta male e sta soffrendo, a chi vive momenti particolari e delicati; non bisogna mai smettere di lottare e di continuare a sperare proprio perché nel momento del dolore più profondo Gesù risorge e porta con sé la speranza, l'amore e la gioia. Bisogna pregare, sempre, anche quando le cose non vanno come dovrebbero andare; ricordiamoci che la Madonna è sempre presente in ognuno di noi e non ci abbandona mai. Auguri a tutti, nessuno escluso; che la luce della Pasqua porti tanta serenità e pace. Cristo con la sua crocifissione ha cancellato ogni nostro peccato; oggi ci da la possibilità di risorgere dentro in ognuno di noi. Un grazie alle centinaia e centinaia di persone che ogni giorno visitano questo sito e pregano la Madonna Miracolosa, non smetterò mai di ringraziarvi per tutto l’affetto che mi dimostrate; se sono qui a scrivere questo messaggio di auguri e proprio grazie a voi che avete reso questo sito popolare e pieno di fede. Grazie a tutti i sacerdoti e a tutte le autorità religiose, a tutti i giornalisti che grazie ai loro bellissimi articoli hanno dato visibilità e crescita a quello che due anni fa era solo uno spazio web, uno dei tanti, uno qualunque mentre adesso è diventato un punto di riferimento, di preghiera, di conforto e di profonda fede. Buona Pasqua, con affetto e con tutto il cuore  FILIPPO.

sabato 30 marzo 2013

Dove stette Gesù per tre giorni fra la Sua morte e la Sua risurrezione?

In 1 Pietro 3:18-19 è scritto: "Anche Cristo ha sofferto una volta per i peccati, lui giusto per gli ingiusti, per condurci a Dio. Fu messo a morte quanto alla carne, ma reso vivente quanto allo spirito. E in esso andò anche a predicare agli spiriti trattenuti in carcere". L’espressione "quanto allo spirito", al versetto 18, è esattamente la stessa costruzione dell’espressione "quanto alla carne". Perciò la cosa migliore è collegare la parola "spirito" allo stesso campo della parola "carne". Qui si parla della carne e dello spirito di Cristo. Le parole "reso vivente quanto allo [nello] spirito" indica il fatto che, portando il peccato e morendo, Cristo determinò la separazione del Suo spirito umano dal Padre (Matteo 27:46). Il contrasto è fra la carne e lo spirito, come in Matteo 27:46 e Romani 1:3-4, e non tra la carne di Cristo e lo Spirito Santo. Quando fu completata l’espiazione di Cristo per il peccato, il Suo spirito recuperò la comunione che era stata interrotta. 1 Pietro 3:18-22 descrive un legame necessario fra le sofferenze di Cristo (v. 18) e la Sua glorificazione (v. 22). Soltanto Pietro dà delle informazioni precise riguardo a cosa accadde fra questi due avvenimenti. Il termine "predicare" al v. 19 non è quello consueto impiegato nel Nuovo Testamento per descrivere la predicazione del Vangelo. Significa letteralmente “annunciare un messaggio”. Gesù soffrì e morì sulla croce, il Suo corpo fu messo a morte e il Suo spirito morì quando Egli fu fatto diventare peccato. Però il Suo spirito fu reso vivo ed Egli lo affidò al Padre. Secondo Pietro, ad un certo punto fra la Sua morte e la Sua resurrezione, Gesù fece una speciale predicazione agli “spiriti trattenuti in carcere”. Tanto per cominciare, Pietro si è riferito alle persone come "anime" e non "spiriti" (3:20). Nel Nuovo Testamento, il termine "spiriti" è impiegato per descrivere gli angeli o i demòni, non gli esseri umani, e il v. 22 sembra avvalorare questo significato. Inoltre, non ci viene mai detto nella Bibbia che Gesù abbia visitato l’inferno. Atti 2:31 dice che Egli andò "nell’Ades" (Nuova Diodati), ma l’"Ades" non è l’inferno. Il termine "Ades" fa riferimento al regno dei morti, un luogo temporaneo dove essi aspettano la resurrezione. Apocalisse 20:11-15 fa una chiara distinzione fra i due. L’inferno è il posto permanente e finale di giudizio per i perduti. L’Ades è un luogo temporaneo. Nostro Signore consegnò il Suo spirito al Padre, morì, e, a un certo punto fra la morte e la risurrezione, visitò il regno dei morti dove pronunciò un messaggio agli esseri spirituali (probabilmente gli angeli caduti; cfr. Giuda 6), che erano in qualche modo collegati al periodo prima del diluvio ai tempi di Noè. Lo chiarisce il v. 20. Pietro non ci ha detto che cosa Egli abbia predicato a questi spiriti trattenuti in carcere, ma non poteva essere un messaggio di redenzione, visto che gli angeli non possono essere salvati (Ebrei 2:16). Probabilmente fu una dichiarazione di vittoria su Satana e sulle sue schiere (1 Pietro 3:22; Colossesi 2:15). Anche Efesini 4:8-10 sembra indicare che Cristo andò in “paradiso” (Luca 16:20; 23:43) e portò in cielo tutti coloro che avevano creduto in Lui prima della Sua morte. Questo passo non fornisce una gran quantità di dettagli rispetto a cosa accadde, ma la maggior parte dei biblisti è concorde sul significato di “ha portato con sé dei prigionieri”. Pertanto, tutto questo per dire che la Bibbia non è del tutto chiara su cosa abbia fatto esattamente Cristo nei tre giorni fra la Sua morte e la Sua risurrezione. Sembra, però, che Egli abbia predicato la vittoria sugli angeli caduti e/o sui non credenti. Quello che possiamo sapere con certezza è che Gesù non diede alle persone una seconda possibilità di salvezza. La Bibbia ci dice che, dopo la morte, affronteremo il giudizio (Ebrei 9:27), non una seconda possibilità. Non c’è, in realtà, alcuna risposta definitivamente chiara su che cosa Gesù abbia fatto nel periodo di tempo fra la Sua morte e la Sua risurrezione. Forse questo è uno dei misteri che comprenderemo solo quando giungeremo nella gloria.

venerdì 29 marzo 2013

Venerdì Santo: Gesù Crocifisso

“Tutto è compiuto; Padre nelle tue mani affido il mio spirito”
Dopo aver emesso un forte grido, Gesù, spirò …

Il Venerdì Santo è il giorno della Croce. In tutta la vicenda umana e storica di Gesù, la “Passione” designa da sempre l’insieme degli avvenimenti dolorosi che lo colpirono fino alla morte in croce. Il legno della Croce, quel "legno del fallimento",  è divenuto il parametro vero di ogni vittoria. Gesù ha operato più salvezza  con le mani inchiodate sulla Croce, che con le mani stese sui malati.

PREGHIERA
Gesù, mio Salvatore, anche Tu, hai provato le paure umane, anche Tu sei stato triste fino alla morte, perché proprio di morire si trattava… Anche Tu, nel buio della tristezza, hai avuto bisogno di solidarietà, di compagnia… e le hai chieste espressamente, senza alcuna vergogna, agli amici. Tu, però, hai soltanto chiesto, non hai preteso, come spesso facciamo noi. Non hai avanzato pretese nemmeno nei confronti del Padre, a cui tutto è possibile: gli hai detto che mettevi al primo posto la Sua volontà, non la tua, che eri pronto a bere quel calice amarissimo… e lo hai bevuto, senza avere più un attimo di debolezza. Hai abbracciato la croce, portando avanti il progetto di salvezza del Padre. In quella notte tremenda e gloriosa ci hai insegnato che  la preghiera è un’arma potente anche quando sembra  impossibile fare la Tua volontà…

RIFLESSIONE
Donaci, Signore,  di non sentirci costretti  nell'aiutarTi a portare la Croce,  di aiutarci a vedere  anche nelle nostre croci  e nella stessa Croce  un mezzo per ricambiare il Tuo Amore, aiutaci a capire che la nostra storia crocifissa è già impregnata di resurrezione.

Egli è stato trafitto per i nostri delitti, schiacciato per le nostre iniquità; per le sue piaghe noi siamo stati guariti

mercoledì 27 marzo 2013

La visita ai sepolcri: Giovedì santo

“Sepolcri” sono comunemente detti gli altari della reposizione, che vengono allestiti nelle chiese dopo la messa del Giovedì Santo. Una incursione nel mistero della morte e resurrezione di Gesù attraverso una delle più antiche tradizioni della Settimana Santa.
Nell'altare vengono in genere collocati il tavolo simbolo del sacrificio e dell' imminente Pasqua, il pane ed il vino, i tredici piatti degli apostoli e il tabernacolo dove è collocata la SS. Eucaristia. Tra gli addobbi tipici, vanno ricordati i fiori bianchi e vasi germogliati dai semi di grano, germogliati al buio che simboleggiano il passaggio dalle tenebre della morte di Gesù alla sua Resurrezione.  Nel tardo pomeriggio del giovedì la gente inizia la visita ai " sepolcri " dei quali occorre visitarne almeno tre ( sempre comunque in numero dispari secondo un'antica tradizione ),  mentre anticamente non dovevano essere meno di sette. Il " giro dei Sepolcri " rimane tuttavia uno degli eventi  più sentiti dai fedeli, anche se lo spirito della " visita"  è profondamente mutato rispetto ad un tempo. 
Vari Sepolcri d'Italia: Allestimento, usanze e  Tradizioni

martedì 26 marzo 2013

STAMPA: Articolo dedicato alla Madonna Miracolosa

UN GRAZIE ALL'AUTORE E GIORNALISTA Barlotto Cateno

GLI ULTIMI SARANNO I PRIMI

E’ importante capire come Gesù abbia la capacità di osservare quei valori necessari per entrare nel Suo Regno, quello di Dio. Vede l’umanità abbracciata alle proprie convinzioni che apparentemente sembrano buone ed esatte, ma che in realtà non realizzano la Verità. C’è sempre il fare e l’essere nei suoi interventi e tutto il Suo Ammaestramento punta sull'essere e non sul fare. C’è pertanto una umanità visibilmente dichiarata impura ed una umanità sostanzialmente dichiarata lecita e pura. La prima appartiene a coloro che sanno di essere tali e lo sono realmente, la seconda a quelli che si dichiarano tali ma che in realtà sono molto lontani dalla loro affermazione. Nei primi, l’umanità impura viaggia sotto il giogo di chi deve molto a Dio in quanto fortemente debitrice; la seconda vive senza nulla dare, ma tutto da ricevere. Gesù cita le prostitute, i ladri ed ogni altra categoria “lontana” da Dio. Su di essi punta la Sua Parola, quale terra che avrebbe portato frutto in quanto terra di creature sconfitte dalla vita. Mette in risalto la loro attenzione e sensibilità verso un mondo nel quale sanno di essere gli ultimi perché giustamente lo sono. Si aspettano quindi qualunque condanna, senza meravigliarsi, e si rassegnano ad essere bisognosi di uno sguardo o di una comprensione amorevole o di una qualunque giustificazione capace di aprire loro quello spiraglio che li riporti ad una qualunque dignità di vita. Sono, pertanto, protesi al bene pur non vivendo il bene, in quanto ultimi. Chiedono al loro più prossimo vicino quello sguardo penetrante capace di ristrutturare il loro tessuto tanto devastato. Come il povero vuole cibo e la mano che lo offre sana gli stimoli della fame, così l’ultimo dei peccatori vuole la comprensione, la misericordia, il perdono, la carità, per sperare di riscoprire la vita. Gesù guarda le loro miserie e ne osserva il bisogno che si nasconde in loro. Porta con la Sua voce ciò che manca, raddrizzando ciò che il male aveva distorto, spianando ciò che il vizio aveva alzato, colmando ciò che il vuoto dei peccati crea. E’ chiaro che la Speranza sorge in coloro che lo ascoltano, al punto tale da renderli morbidi ed attenti a tanto bene. Maria Maddalena avverte l’attenzione di Dio su di Lei e si abbandona alla Sua nuova Proposta. Lei aveva cercato di vivere l’amore, offrendo l’amore. Pur restando nell'offesa del suo vissuto, Dio le dona ciò che Lei stessa desiderava: l’Amore più grande! Lei si innamora dell’Amore che entra nel Suo tessuto e che plasma la Sua arsura e finalmente ottiene l’appagamento perfetto dei suoi desideri: AMA, AMA, AMA Colui che l’Amore E’, Gesù! Tale amore la porta ad essere l’ex prostituta, anche se il mondo dei primi difficilmente riesce a vederla tale. C’è sicuramente in esso la definitiva condanna dell’errore al punto tale da esprimerlo con la morte. Così l’adultera deve morire e con lei ogni peccatore che vive in tale condizione. Ecco che Gesù opera il più grande MIRACOLO di tutti i tempi, la Salvezza per i nuovi ultimi. Coloro che si ritenevano primi li pone dinanzi allo specchio della verità, mostrando loro la Vera faccia che nei secoli si era nascosta sotto il velo dell’ipocrisia e della menzogna. Loro, i primi, si riscoprono simili agli ultimi e, pertanto, gettano la condanna di morte ritenendola boomerang per se stessi. E’ grande Dio che Ama e che colma con il Suo Amore ogni bisogno, sapendo guardare al di là delle apparenze ogni uomo quale unico bisognoso di Lui.

lunedì 25 marzo 2013

Maria, in te troviamo conforto e speranza

Signore,
che alla tua Chiesa
pellegrina sulla terra
hai dato
nella Beata Vergine Maria
un pegno di sicura speranza,
fa' che quanti sono oppressi
dal tedio della vita,
trovino in Lei
rifugio e conforto,
e quanti disperano di salvarsi,
si aprano
ad una fiducia nuova.
Per Cristo nostro Signore.
Amen.

domenica 24 marzo 2013

La Settimana Santa

La Settimana Santa è la settimana nella quale il Cristianesimo celebra gli eventi di fede correlati agli ultimi giorni di Gesù, comprendenti in particolare la sua passione, morte e resurrezione. In tutto il mondo, i cattolici chiamano Settimana Santa il periodo, da Domenica delle Palme al Sabato Santo, che precede la Pasqua, cioè la domenica in cui si ricorda la Resurrezione dai morti di Gesù Cristo.  Il lunedì, martedì e mercoledì santo la Chiesa contempla in particolare il tradimento di Giuda per trenta denari. Durante la mattina del Giovedì santo non si celebra l'eucarestia nelle parrocchie, perché viene celebrata un'unica Messa ed è proprio in questo giorno che inizia il solenne triduo pasquale della passione, morte e risurrezione di Cristo; in ora serale si celebra la Messa in Cena Domini, nella quale si ricorda l'Ultima Cena di Gesù e si ripete il gesto simbolico della lavanda dei piedi effettuato da Cristo, alla fine della messa gli altari restano senza ornamenti, le croci velate e le campane silenti.
Il Venerdì Santo è il giorno della morte di Gesù sulla Croce. La chiesa celebra verso le tre del pomeriggio la solenne celebrazione della Passione. Il Venerdì Santo è tradizione effettuare, in molti posti per le strade, il pio esercizio della Via Crucis. La chiesa cattolica pratica il digiuno ecclesiastico e si astiene dalle carni come forma di partecipazione alla passione e morte del suo Signore. Il sabato Santo è tradizionalmente giorno in cui non si celebra l'Eucaristia, e la comunione ai malati si porta solamente ai malati in punto di morte, nella notte si celebra la solenne Veglia pasquale, che, nella chiesa cattolica, è la celebrazione più importante di tutto l'Anno Liturgico. 

sabato 23 marzo 2013

LA DOMENICA DELLE PALME

Con la Domenica delle Palme o più propriamente Domenica della Passione del Signore, inizia la solenne annuale celebrazione della Settimana Santa, nella quale vengono ricordati e celebrati gli ultimi giorni della vita terrena di Gesù, con i tormenti interiori, le sofferenze fisiche, i processi ingiusti, la salita al Calvario, la crocifissione, morte e sepoltura e infine la sua Risurrezione. La Domenica delle Palme giunge quasi a conclusione del lungo periodo quaresimale, iniziato con il Mercoledì delle Ceneri e che per cinque liturgie domenicali, ha preparato la comunità dei cristiani, nella riflessione e penitenza, agli eventi drammatici della Settimana Santa, con la speranza e certezza della successiva Risurrezione di Cristo, vincitore della morte e del peccato, Salvatore del mondo e di ogni singola anima. La liturgia della Domenica delle Palme, si svolge iniziando da un luogo adatto al di fuori della chiesa; i fedeli vi si radunano e il sacerdote leggendo orazioni ed antifone, procede alla benedizione dei rami di ulivo o di palma, che dopo la lettura di un brano evangelico, vengono distribuiti ai fedeli (possono essere già dati in precedenza, prima della benedizione), quindi si dà inizio alla processione fin dentro la chiesa. Qui giunti continua la celebrazione della Messa, che si distingue per la lunga lettura della Passione di Gesù, tratta dai Vangeli di Marco, Luca, Matteo, secondo il ciclico calendario liturgico; il testo della Passione non è lo stesso che si legge nella celebrazione del Venerdì Santo, che è il testo del Vangelo di s. Giovanni. Al termine della Messa, i fedeli portano a casa i rametti di ulivo benedetti, conservati quali simbolo di pace, scambiandone parte con parenti ed amici. Si usa in molte regioni, che il capofamiglia utilizzi un rametto, intinto nell’acqua benedetta durante la veglia pasquale, per benedire la tavola imbandita nel giorno di Pasqua. In molte zone d’Italia, con le parti tenere delle grandi foglie di palma, vengono intrecciate piccole e grandi confezioni addobbate, che vengono regalate o scambiate fra i fedeli in segno di pace.

GESÙ UNICO E SOLO CIBO DI SALVEZZA …

Ci sono molte cose buone che rendono l’uomo appagato e proprio per questo l’impegno per ottenerle è costante e faticoso. Vi sono COSE BUONISSIME che l’uomo non apprezza perché non ne conosce la preziosità.  Gesù propone di mangiare un Cibo Perfetto, capace di dare ciò che il mondo intero non può dare. Offre il Suo Corpo ed il Suo Sangue; Corpo quale CIBO e Sangue quale BEVANDA. Dichiara che con un semplice pane ed un calice di vino Lui compone il CIBO VERO e che coloro che lo mangiano non conosceranno mai la morte. E’ CIBO di VITA ETERNA, che non può essere prodotto da nessun abitante della terra perché non necessita di bravura, né di ricchezza per realizzarlo, bensì del Solo UOMO – GESU’, quale unica SOSTANZA dalla quale quel pane e quel vino divengono il Suo Stesso Corpo. Invita l’umanità a credere in Lui senza riserva perché basta solo quel credere per poter partecipare al banchetto e consumare il VERO CIBO. E’ garante la stessa parola di Gesù, che va accettata quale Parola di Dio. E’ proprio Lui che spiega quanto sia essenziale accostarsi alla MENSA EUCARISTICA, senza la quale non si può trovare il CIBO di VITA ETERNA. Senza di Esso l’uomo non può vivere perché non ha in sé la vita. Come il tralcio vive attaccato alla vite, così è l’uomo quando mangia la Carne di Gesù. Per far comprendere quanto sia vitale tale unione, Gesù annunzia alla folla che “Come il Padre ha mandato Lui e Lui vive per il Padre”, così anche chi mangia di Lui vive per Lui. Fa inoltre un distinguo che non lascia alcun dubbio sulla potenza del Suo Pane, dicendo: “Questo pane è disceso dal Cielo; non è come quello che mangiarono i padri e morirono. Chi mangia questo pane VIVRA’ in eterno”. Non si ha dunque la vita senza il Pane disceso dal cielo e non si può sperare in una resurrezione di vita eterna in quanto non si contiene in sé la vita. Ma chi si ciberà della vita nel Cibo di Vita eterna, Gesù lo risusciterà nell’ultimo giorno. Questa è la via annunziata da Gesù di Nazareth, figlio di Dio, per condurre gli uomini ad uscire dalle tenebre e rivestirsi di vera vita!

venerdì 22 marzo 2013

VIA CRUCIS "La Passione Di Gesù"

La Via Crucis, ossia la strada percorsa da Gesù Cristo dalla sua condanna nel pretorio di Pilato fino alla cima del Golgota dove fu crocifisso, ha sempre interessato tutti quanti i fedeli perché in quel luogo, dove il nostro redentore col versamento del suo sangue, ha più che altrove dimostrato la grandezza del suo amore per noi, pagando con esso tutti quei debiti che noi avevamo contratti con la divina giustizia, e facendoci per questo modo rinascere dalla colpa alla grazia, dalla morte alla vita. La Via Crucis può dirsi la devozione più antica tra quante si praticano nel Cristianesimo. Non appena fu predicata la divinità del Nazareno crocifisso sul Golgota i nuovi fedeli accorsero in folla a venerare tutti i luoghi dove ebbero compimento i misteri divini, e specialmente la strada che dal Pretorio porta al Calvario. Inoltre, con monumenti particolari, che poi si denominarono Stazioni, pensarono a distinguere i vari punti deve erano avvenuti dei fatti particolari, come l'incontro di Cristo con sua Madre, il colloquio tenuto con le pie Donne, le diverse cadute di Cristo, e l'aiuto del Cireneo. Queste furono quelle Stazioni la cui visita fu sempre raccomandata dai Papi, tutte confermale da Clemente X nel suo Breve 11 luglio 1670. Siccome a pochissimi era però dato di recarsi personalmente in Palestina, specialmente dopo che i Luoghi Santi caddero in mano musulmana, così, per opera dei Padri Francescani ai quali venne ed è anche attualmente affidata la Custodia dei vari Santuari di Palestina, si pensò a soddisfare in qualche modo la devozione di tutti i fedeli col rappresentare in altrettanti quadri i fatti ricordati dai monumenti delle Stazioni di Gerusalemme, le quali da dodici che erano sul principio, terminando colla Crocifissione, furono aumentate al numero di quattordici, aggiungendo alle stazioni di già esistenti la deposizione di Cristo dalla Croce e la sua Deposizione nel sepolcro. Tali infatti sono al presente, e tali devono essere le Stazioni della Via Crucis

LE 14 STAZIONI TRADIZIONALI DELLA VIA CRUCIS

1. Gesù è condannato a morte
Dal Vangelo secondo Matteo (27, 22-23.26):
Disse loro Pilato: "Che farò dunque di Gesù chiamato il Cristo?". Tutti gli risposero: "Sia crocifisso!". Ed egli aggiunse: "Ma che male ha fatto?". Essi allora urlarono: "Sia crocifisso!". Allora rilasciò loro Barabba e, dopo aver fatto flagellare Gesù, lo consegnò ai soldati perché fosse crocifisso.


2. Gesù è caricato della Croce
Dal Vangelo secondo Matteo (27, 27-31):
Allora i soldati del governatore condussero Gesù nel pretorio e gli radunarono attorno tutta la coorte. Spogliatolo, gli misero addosso un manto scarlatto e, intrecciata una corona di spine, gliela posero sul capo, con una canna nella destra; poi mentre gli si inginocchiavano davanti, lo schernivano: "Salve, re dei Giudei!". E sputandogli addosso, gli tolsero di mano la canna e lo percuotevano sul capo. Dopo averlo così schernito, lo spogliarono del mantello, gli fecero indossare i suoi vestiti e lo portarono via per crocifiggerlo.


3. Gesù cade la prima volta
Dal libro del profeta Isaia (53, 4-6):
Eppure egli si è caricato delle nostre sofferenze, si è addossato i nostri dolori e noi lo giudicavamo castigato, percosso da Dio e umiliato. Egli è stato trafitto per i nostri delitti, schiacciato per le nostre iniquità. Il castigo che ci dà salvezza si è abbattuto su di lui; per le sue piaghe noi siamo stati guariti. Noi tutti eravamo sperduti come un gregge, ognuno di noi seguiva la sua strada; il Signore fece ricadere su di lui l'iniquità di noi tutti.


4. Gesù incontra sua Madre
Dal Vangelo secondo Luca (2, 34-35.51):
Simeone parlò a Maria, sua Madre: "Egli è qui per la rovina e la risurrezione di molti in Israele, segno di contraddizione perché siano svelati i pensieri di molti cuori. E anche a te una spada trafiggerà l'anima". Sua Madre serbava tutte queste cose nel suo cuore.


5. Gesù è aiutato dal Cireneo a portare la Croce
Dal Vangelo secondo Matteo (27, 32; 16, 24):
Mentre uscivano, incontrarono un uomo di Cirene, chiamato Simone, e lo costrinsero a prender su la croce di Gesù. Gesù disse ai suoi discepoli: "Se qualcuno vuol venire dietro a me rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua.


6. La Veronica asciuga il volto di Gesù
Dal libro del profeta Isaia (53, 2-3):
Non ha apparenza né bellezza per attirare i nostri sguardi, non splendore per potercene compiacere. Disprezzato e reietto dagli uomini, uomo dei dolori che ben conosce il patire, come uno davanti al quale ci si copre la faccia, era disprezzato e non ne avevamo alcuna stima. Dal libro dei Salmi (27, 8-9): Di te ha detto il mio cuore: "Cercate il suo volto"; il tuo volto, Signore, io cerco. Non nascondermi il tuo volto, non respingere con ira il tuo servo. Sei tu il mio aiuto, non lasciarmi, non abbandonarmi, Dio della mia salvezza.


7. Gesù cade per la seconda volta
Dal libro della Lamentazioni (3, 1-2.9.16):
Io sono l'uomo che ha provato la miseria sotto la sferza della sua ira. Egli mi ha guidato, mi ha fatto camminare nelle tenebre e non nella luce. Ha sbarrato le mie vie con blocchi di pietra, ha ostruito i miei sentieri. Mi ha spezzato con la sabbia i denti, mi ha steso nella polvere.


8. Gesù incontra le donne di Gerusalemme che piangono su di lui
Dal Vangelo secondo Luca (23, 28-31):
Gesù, voltandosi verso le donne, disse: "Figlie di Gerusalemme, non piangete su di me, ma piangete su voi stesse e sui vostri figli. Ecco, verranno giorni nei quali si dirà: Beate le sterili e i grembi che non hanno generato e le mammelle che non hanno allattato. Allora cominceranno a dire ai monti: Cadete su di noi! e ai colli: Copriteci! Perché se trattano così il legno verde, che avverrà del legno secco?".


9. Gesù cade per la terza volta
Dal libro delle Lamentazioni (3, 27-32):
È bene per l'uomo portare il giogo fin dalla giovinezza. Sieda costui solitario e resti in silenzio, poiché egli glielo ha imposto; cacci nella polvere la bocca, forse c'è ancora speranza; porga a chi lo percuote la sua guancia, si sazi di umiliazioni. Poiché il Signore non rigetta mai... Ma, se affligge, avrà anche pietà secondo la sua grande misericordia.


10. Gesù è spogliato delle vesti
Dal Vangelo secondo Matteo (27, 33-36):
Giunti a un luogo detto Gòlgota, che significa luogo del cranio, gli diedero da bere vino mescolato con fiele; ma egli, assaggiatolo, non ne volle bere. Dopo averlo quindi crocifisso, si spartirono le sue vesti tirandole a sorte. E sedutisi, gli facevano la guardia.


11. Gesù è inchiodato sulla Croce
Dal Vangelo secondo Matteo (27, 37-42):
Al di sopra del suo capo, posero la motivazione scritta della sua condanna: "Questi è Gesù, il re dei Giudei". Insieme con lui furono crocifissi due ladroni, uno a destra e uno a sinistra. E quelli che passavano di là lo insultavano scuotendo il capo e dicendo: "Tu che distruggi il tempio e lo ricostruisci in tre giorni, salva te stesso! Se tu sei Figlio di Dio, scendi dalla croce!". Anche i sommi sacerdoti con gli scribi e gli anziani lo schernivano: "Ha salvato gli altri, non può salvare se stesso. È il re d'Israele, scenda ora dalla croce e gli crederemo".


12. Gesù muore sulla Croce
Dal Vangelo secondo Giovanni (19, 19-20):
Pilato compose anche l'iscrizione e la fece porre sulla croce; vi era scritto: "Gesù il Nazareno, il re dei Giudei". Molti Giudei lessero questa iscrizione, perché il luogo dove fu crocifisso Gesù era vicino alla città; era scritta in ebraico, in latino e in greco. Dal Vangelo secondo Matteo (27, 45-50.54): Da mezzogiorno fino alle tre del pomeriggio si fece buio su tutta la terra. Verso le tre, Gesù gridò a gran voce: "Elì, Elì, lemà sabactàni?", che significa: "Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?". Udendo questo, alcuni dei presenti dicevano: "Costui chiama Elia". E subito uno di loro corse a prendere una spugna e, imbevutala di aceto, la fissò su una canna e così gli dava da bere. Gli altri dicevano: "Lascia, vediamo se viene Elia a salvarlo!".E Gesù, emesso un alto grido, spirò. Il centurione e quelli che con lui facevano la guardia a Gesù, sentito il terremoto e visto quel che succedeva, furono presi da grande timore e dicevano: "Davvero costui era Figlio di Dio!".


13. Gesù è deposto dalla Croce e consegnato alla Madre
Dal Vangelo secondo Matteo (27, 54-55):
Il centurione e quelli che con lui facevano la guardia a Gesù, sentito il terremoto e visto quel che succedeva, furono presi da grande timore e dicevano: "Davvero costui era Figlio di Dio!". C'erano anche là molte donne che stavano a osservare da lontano; esse avevano seguito Gesù dalla Galilea per servirlo.


14. Gesù è deposto nel sepolcro
Dal Vangelo secondo Matteo (27, 59-61):
Giuseppe, preso il corpo di Gesù, lo avvolse in un candido lenzuolo e lo depose nella sua tomba nuova, che si era fatta scavare nella roccia; rotolata poi una gran pietra sulla porta del sepolcro, se ne andò. Erano lì, davanti al sepolcro, Maria di Màgdala e l'altra Maria.

15. Gesù è risorto
L'angelo disse alle donne: "Non abbiate paura, voi! So che cercate Gesù crocifisso. Non è qui. E' risorto, come aveva detto; venite a vedere il luogo dove era deposto. Presto, andate a dire ai suoi discepoli: "E' risuscitato dai morti, e ora vi attende in Galilea; là lo vedrete. Ecco io ve l'ho detto". L'annuncio pasquale degli angeli alle donne e agli apostoli: "Gesù, il crocifisso, è risorto!", è proclamato attraverso i secoli, a tutti gli uomini, dalla chiesa.  Questa è la nostra fede.


giovedì 21 marzo 2013

Preghiera per l’unità dei cristiani

O Dio onnipotente ed eterno,
che riunisci i dispersi e li serbi nell'unità,
guarda con amore
al gregge del Figlio tuo;
raccogli nell'integrità della fede
e nel vincolo della carità
quelli che un unico battesimo ha consacrato.
Amen.

mercoledì 20 marzo 2013

Che cosa sono gli Esercizi Spirituali?

Per una vita cristiana di “qualità” iniziamo il nuovo anno pastorale con gli Esercizi Spirituali. Ma cosa sono gli Esercizi Spirituali? “Esercitarsi” è l’attività volta a mantenere ed accrescere il livello di vitalità nella intelligenza, nel fisico, ma anche nello spirito. Ecco il senso degli Esercizi Spirituali! In sostanza sono momenti di ascolto e  preghiera per rientrare in se stessi e per riscoprire la bellezza di avere Dio come Padre, Gesù come fratello, amico e Salvatore. Gli Esercizi Spirituali sono stati inventati diversi  secoli fa da S. Ignazio di Loyola che li propose a tutti coloro che vogliono rinnovare la propria vita. Sono proposti in due formule: quelli più completi della durata di un mese; e per quelli che dispongono di meno tempo di una settimana. Di norma gli Esercizi Spirituali si tengono in un luogo isolato, in piccoli gruppi, con il silenzio totale e l’ascolto della Parola di Dio per l’intero periodo. Tutti possono partecipare: bambini, ragazzi, giovani, adulti e anziani, nessuno è escluso. Non servono abilità speciali, occorre solamente una vera, coraggiosa buona volontà. Questa non si può comprare o chiedere a prestito: ognuno deve tirarla fuori dalle grandi riserve, spesso inutilizzate, che sono dentro di noi.

martedì 19 marzo 2013

Perché abbiamo bisogno di Gesù?

Tu hai bisogno di Gesù perché  nessuna persona, nessuna religione e nessuna filosofia può portarti nella presenza di Dio, solo Gesù. Nessun sistema di principi, cerimonie o riti speciali è in grado di cambiare il tuo cuore e quindi, la tua vita, solo Gesù. Quando Dio creò l’uomo e la donna, essi potevano godere di una particolare comunione con il proprio Creatore. Ma un giorno Adamo ed Eva si ribellarono a Dio; volevano essere come Dio e vivere la vita indipendentemente da Lui. Di conseguenza la loro comunione venne interrotta. Fu il triste risultato dell’orgoglio e della superbia umana che spinse i nostri progenitori a peccare contro il Signore disubbidendo alla Sua Parola. Però nel Suo grandissimo amore per noi, Dio ha subito previsto il Suo piano per salvare gli uomini e restaurare la comunione: Dio stesso è venuto alla terra in Gesù Cristo.  Poiché Egli era al 100% Dio e al 100% uomo, non avendo  commesso alcun peccato, Gesù ha potuto prendere il posto dei peccatori e ha subito la punizione che l’uomo avrebbe meritato. Nel momento della Sua morte alla croce si è realizzato alla perfezione il Piano di Salvezza di Dio per l’uomo. Gesù si è sacrificato al posto di tutto il genere umano corrotto per riconciliarlo con Dio. Gesù è il solo Salvatore che Dio ha provveduto per l’uomo. Gesù è morto, lui giusto per gli ingiusti, per ricondurci a Dio. Per questo Gesù è l’unica persona che ti avvicina a Dio. Ma Gesù non  soltanto fu crocifisso quasi 2000 anni fa, Egli è risorto ed è vivente ancora oggi! Nel momento in cui credi a Gesù e l’accetti come Signore, il suo Spirito Santo rigenera il tuo spirito e ti rende nato di nuovo. Da quel momento, lo Spirito di Gesù dimora in te e per il resto della tua vita cammina con te. Gesù opera potentemente in risposta alla fede che viene esercitata da coloro che accorrono a Lui, ma il più grande miracolo che Gesù fa è la trasformazione del cuore delle persone che l’accolgono.  Se tu ti arrendi a Lui, il Suo Spirito Santo trasformerà anche il tuo cuore; ti aiuterà a diventare una “persona nuova”. Ti libererà da legami e dipendenze, guarirà le tue ferite interiori, ti farà crescere nella Sua verità, potenza, amore e compassione e infine ti darà una nuova  serenità nell'anima.  Nessun’altra persona, nessun’altra cosa può fare tutto questo. Hai bisogno di Gesù perché la tua vita possa diventare esattamente come Dio desidera che sia:  una vita piena di senso e di significato!

lunedì 18 marzo 2013

SPECIALE SAN GIUSEPPE

Giuseppe nacque probabilmente a Betlemme, il padre si chiamava Giacobbe (Mt 1,16) e pare che fosse il terzo di sei fratelli. La tradizione ci tramanda la figura del giovane Giuseppe come un ragazzo di molto talento e un temperamento umile, mite e devoto. Giuseppe era un falegname che abitava a Nazareth. All’età di circa trenta anni fu convocato dai sacerdoti al tempio, con altri scapoli della tribù di Davide, per prendere moglie. Giunti al tempio, i sacerdoti porsero a ciascuno dei pretendenti un ramo e comunicarono che la Vergine Maria di Nazareth avrebbe sposato colui il cui ramo avrebbe sviluppato un germoglio. "Ed uscirà un ramo dalla radice di Jesse, ed un fiore spunterà dalla sua radice" (Isaia). Solamente il ramo di Giuseppe fiorì e in tal modo fu riconosciuto come sposo destinato dal Signore alla Santa Vergine. Maria, all’età di 14 anni, fu data in sposa a Giuseppe, tuttavia ella continuò a dimorare nella casa di famiglia a Nazareth di Galilea per la durata di un anno, che era il tempo richiesto presso gli Ebrei, tra lo sposalizio e l’entrata nella casa dello sposo. Fu proprio in questo luogo che ricevette l’annuncio dell’Angelo e accettò: "Eccomi, sono la serva del Signore, avvenga di me quello che hai detto" (Lc 1,38). Poiché l’Angelo le aveva detto che Elisabetta era incinta (Lc 1,39), chiese a Giuseppe di accompagnarla dalla cugina che era nei suoi ultimi tre mesi di gravidanza. Dovettero affrontare un lungo viaggio di 150 Km poiché Elisabetta risiedeva ad Ain Karim in Giudea. Maria rimane presso di lei fino alla nascita di Giovanni Battista. Maria, tornata dalla Giudea, mise il suo sposo di fronte ad una maternità di cui non poteva conoscerne la causa. Molto inquieto Giuseppe combatté contro l’angoscia del sospetto e meditò addirittura di lasciarla fuggire segretamente (Mt 1,18) per non condannarla in pubblico, perché era uno sposo giusto. Infatti, denunciando Maria come adultera la legge prevedeva che fosse lapidata e il figlio del peccato perisse con Lei (Levitino 20,10; Deuteronomio 22, 22-24). Giuseppe stava per attuare questa idea quando un Angelo apparve in sogno per dissipare i suoi timori: "Giuseppe, figlio di Davide, non temere di prendere con te Maria, tua sposa, perché quel che è generato in Lei viene dallo Spirito Santo" (Mt 1,20). Tutti i turbamenti svanirono e non solo, affrettò la cerimonia della festa di ingresso nella sua casa con la sposa. Su ordine di un editto di Cesare Augusto che ordinava il censimento di tutta la terra (Lc 2,1), Giuseppe e Maria partirono per la città di origine della dinastia, Betlemme. Il viaggio fu molto faticoso, sia per le condizioni disagiate, sia per lo stato di Maria oramai prossima alla maternità. Betlemme in quei giorni brulicava di stranieri e Giuseppe cercò in tutte le locande, un posto per la sua sposa ma le speranze di trovare una buona accoglienza furono frustrate. Maria diede alla luce suo figlio in una grotta nella campagna di Betlemme (Lc 2,7) e alcuni pastori accorsero per fargli visita e aiutarli (Lc 2,16). La legge di Mosè prescriveva che la donna dopo il parto fosse considerata impura, e rimanesse 40 giorni segregata se aveva partorito un maschio, e 80 giorni se femmina, dopo di che doveva presentarsi al tempio per purificarsi legalmente e farvi un’offerta che per i poveri era limitata a due tortore o due piccioni. Se poi il bambino era primogenito, egli apparteneva per legge al Dio Jahvè. Venuto il tempo della purificazione, dunque, si recano al tempio per offrire il loro primogenito al Signore. Nel tempio incontrarono il profeta Simeone che annunciò a Maria: "e anche a te una spada trafiggerà l’anima" (Lc 2,35). Giunsero in seguito dei Magi dall’oriente (Mt 2,2) che cercavano il neonato Re dei Giudei. Venuto a conoscenza di ciò, Erode fu preso da grande spavento e cercò con ogni mezzo di sapere dove fosse per poterlo annientare. I Magi intanto trovarono il bambino, stettero in adorazione e offrirono i loro doni portando un sollievo alla S. Famiglia. Dopo la loro partenza, un Angelo del Signore, in apparizione a Giuseppe, lo esortò a fuggire: "Alzati, prendi con te il bambino e sua madre e fuggi in Egitto, e sta la finché non ti avvertirò; perché Erode sta cercando il bambino per ucciderlo" (Mt 2,13). Giuseppe si mise subito in cammino con la famiglia (Mt 2,14) per un viaggio di circa 500 Km. La maggior parte del cammino si svolse nel deserto, infestato da numerose serpi e molto pericoloso a causa dei briganti. La S. famiglia dovette così vivere la penosa esperienza di profughi lontano dalla propria terra, perché si adempisse, quanto era stato detta dal Signore per mezzo del Profeta (Os XI,1): «Io ho chiamato il figlio mio dall’Egitto» (Mt 2,13-15). Nel mese di Gennaio del 4 a.C, immediatamente dopo la morte di Erode, un Angelo del Signore apparve in sogno a Giuseppe in Egitto e gli disse: «Alzati, prendi il bambino e sua madre e và nella terra d’Israele; sono morti infatti quelli che cercavano di uccidere il bambino» (Mt 2,19). Giuseppe obbedì subito alle parole dell’Angelo e partirono ma quando gli giunse la notizia che il successore di Erode era il figlio Archelao ebbe paura di andarvi. Avvertito poi in sogno, si ritirò nella Galilea e andò ad abitare in una città chiamata Nazareth, perché si adempisse quanto era stato detto dai profeti: «Egli sarà chiamato Nazareno» (Mc 2,19-23). La S. famiglia, come ogni anno, si recò a Gerusalemme per la festa di Pasqua. Trascorri i giorni di festa, si incamminarono verso la strada del ritorno credendo che il piccolo Gesù di 12 anni fosse nella comitiva. Ma quando seppero che non era con loro, iniziarono a cercarlo affannosamente e, dopo tre giorni, lo ritrovarono al tempio, seduto in mezzo ai maestri, mentre li ascoltava. Al vederlo restarono stupiti e sua madre gli disse: «Figlio, perché ci hai fatto questo? Ecco, tuo padre e io, angosciati ti cercavamo». (Lc 2,41-48). Passarono altri venti anni di lavoro e di sacrificio per Giuseppe sempre accanto alla sua sposa e morì poco prima che suo figlio iniziasse la predicazione. Non vide quindi la passione di Gesù sul Golgota probabilmente perché non avrebbe potuto sopportare l’atroce dolore della crocifissione del Figlio tanto amato.

INVOCAZIONE A SAN GIUSEPPE
Ricordati, mio caro protettore san Giuseppe, purissimo sposo si Maria Vergine che non si è mai sentito che alcuno abbia invocato la tua protezione e chiesto il tuo aiuto, e non sia stato consolato. Con questa fiducia, io mi rivolgo a te e con insistenza mi raccomando. O san Giuseppe, ascolta la mia preghiera, accoglila pietosamente ed esaudiscila. Amen.

PREGHIERA A SAN GIUSEPPE
Ave, Giuseppe, uomo giusto, la Sapienza è con te. Tu sei benedetto fra tutti gli uomini e benedetto è il frutto di Maria tua sposa fedele, Gesù. San Giuseppe, degno padre davidico di Gesù, prega per noi peccatori e ottienici la divina Sapienza, adesso e nell'ora della nostra morte. Amen. 


PREGHIERE PER IL LAVORO
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VIDEO PREGHIERA A SAN GIUSEPPE

TRADIZIONI E USANZE FESTA DI S.GIUSEPPE
Nella tradizione popolare, San Giuseppe, sposo della Vergine Maria, è il santo protettore dei poveri e dei derelitti, poiché i più indifesi hanno diritto al più potente dei Santi. In questo giorno, si ricorda la sacra coppia di giovani sposi, in un paese straniero ed in attesa del loro Bambino, che si videro rifiutata alla richiesta di un riparo per il parto. Questo atto, che viola due sacri sentimenti: l'ospitalità e l'amore familiare, viene ricordato in molte regioni con l'allestimento di un banchetto speciale. Così in alcuni paesi della Sicilia, il 19 marzo di ogni anno, si usava invitare i poveri al banchetto di san Giuseppe. In questa occasione, un sacerdote benediva la tavola, ed i poveri erano serviti dal padrone di casa. Oltre a proteggere i poveri e le ragazze, San Giuseppe, in virtù della sua professione, è anche il protettore dei falegnami, che da sempre sono i principali promotori della sua festa. La festa del 19 marzo è anche associata a due manifestazioni specifiche, che si ritrovano un po' in tutte le regioni d'Italia: i Falò e le Zeppole. Poiché la celebrazione di san Giuseppe coincide con la fine dell'inverno, si è sovrapposta ai riti di purificazione agraria, effettuati nel passato pagano. In quest'occasione, infatti, si bruciano i residui del raccolto sui campi, ed enormi cataste di legna vengono accese ai margini delle piazze. Quando il fuoco sta per spegnersi, alcuni li scavalcano con grandi salti, e le vecchiette, mentre filano, intonano inni per San Giuseppe.  Questi riti sono accompagnati dalla preparazione delle zeppole, le famose frittelle, che pur variando nella ricetta da regione a regione, sono il piatto tipico di questa festa.

ATTO DI CONSACRAZIONE E DI AFFIDAMENTO DELL’ITALIA A S.GIUSEPPE
San Giuseppe, sposo di Maria santissima, Madre di Gesù e Madre dell'umanità, che ha voluto la nostra Italia disseminata dei suoi Santuari, e che sempre ha guardato ad essa con lo stesso amore di predilezione con cui l'ha guardata Gesù, che volle sede stabile del suo Vicario in terra, il Papa.
A te, oggi, noi consacriamo e affidiamo
questa amata Italia e la sue famiglie.
Custodiscila, difendila, proteggila!
sia pura la fede;
siano santi i Pastori;
siano copiose le vocazioni;
sia sacra e difesa la vita siano;
sani i costumi;
siano ordinate le famiglie;
sia cristiana la scuola;
siano illuminati i governanti;
regni ovunque amore, giustizia e pace.
Custodisci, difendi, proteggi, o provvido Custode della divina Famiglia, i nostri giovani speranza di un mondo migliore, e gli anziani, radici della nostra fede e maestri di vita. Con la tua protezione, o san Giuseppe, continui l'Italia ad essere centro vivo e di civiltà cristiana, faro di luce evangelica a tutto il mondo, terra di santi per la gloria del Padre Celeste e per la salvezza di tutti gli uomini. Ottienici con la tua potente intercessione, unita a quel della tua Santissima Sposa uomini nuovi che abbiano il coraggio di abrogare le inique leggi contro Dio e contro l’uomo, ereditate da un triste ed oscuro passato. E, come un tempo scampasti dalla morte la minacciata vita del Bambino Gesù, così difendi la santa Chiesa di Dio e la fede delle nostre famiglie da tutte le oscure insidie del male. Gesù, Giuseppe e Maria, benedite, proteggete, salvate l'Italia! Ritorni con il vostro aiuto e "per la vostra intercessione" a spalancare le porte a Cristo. Amen.


A San Giuseppe lavoratore.
O San Giuseppe, padre putativo di Gesù e sposo purissimo di Maria, che a Nazareth hai conosciuto la dignità e il peso del lavoro, accettandolo in ossequio alla volontà del Padre e per contribuire alla nostra salvezza, aiutaci a fare del lavoro quotidiano un mezzo di elevazione; insegnaci a fare del luogo di lavoro una 'Comunità di persone', unita dalla solidarietà e dall'amore; dona a tutti i lavoratori e alle loro famiglie, la salute, la serenità e la fede; fà che i disoccupati trovino presto una dignitosa occupazione e che coloro che hanno onorato il lavoro per una vita intera, possano godere di un lungo e meritato riposo. Te lo chiediamo per Gesù, nostro Redentore, e per Maria, Tua castissima Sposa e nostra carissima Madre. Amen

LE PAROLE DEL PAPA DEDICATE A SAN GIUSEPPE
"San Giuseppe annuncia i prodigi del Signore, testimoniando la verginità di Maria, l''azione gratuita di Dio, e custodendo la vita terrena del Messia. Veneriamo dunque il padre legale di Gesù, perché in lui si profila l''uomo nuovo, che guarda con fiducia e coraggio al futuro, non segue il proprio progetto, ma si affida totalmente all''infinita misericordia di Colui che avvera le profezie e apre il tempo della salvezza".

RIFLESSIONE FINALE 
Dopo aver considerato diversi aspetti della vita di san Giuseppe, possiamo dire senza timore e senza dubbi che questo è il più santo di tutti i santi e che, anche se non è dogma di fede, con molta probabilità è già con Gesù e con Maria in corpo ed anima incielo. I tre cuori, che erano uniti sulla terra, saranno già uniti per sempre in cielo. Ed è per questo che l’intercessione di san Giuseppe come padre di Gesù e sposo di Maria è così potente. Nessuno li ha amati come lui, nessuno si è preso cura di loro con tanta sollecitudine. Giuseppe è l’uomo fedele, sempre disponibile alla volontà di Dio, che è stato sempre al servizio di Gesù e di Maria senza risparmiarsi. Per questo la sua vita è al centro della storia del mondo e della salvezza dell’umanità. Alcuni santi dicono che la miglior via per arrivare a Dio Padre è quella che va attraverso Giuseppe a Maria, attraverso Maria a Gesù, e attraverso Gesù al Padre. Giuseppe, Maria, Gesù sono i gradini più sicuri per ottenere qualsiasi benedizione da Dio, come hanno testimoniato tanti santi, specialmente santa Teresa di Gesù. Avere devozione per lui, insomma, è un qualcosa più che opzionale. San Giuseppe è un modello per gli sposi e i genitori, peri lavoratori, per i consacrati ed è il patrono dei moribondi. Raccomandiamoci a lui perché ci ottenga una buona morte e perché ci insegni a vivere in castità secondo il nostro stato, compiendo come lui, fedelmente, i doveri di ogni giorno.